venerdì 31 maggio 2013

Focus on: "muay tradizionale"

Ero molto indeciso se trattare questo argomento, perchè quello di cui mi è stato richiesto di parlare è qualcosa che non posso nominare direttamente.
Quindi mi riferirò a questa arte marziale solo con il termine di "muay tradizionale", che non significa però in senso assoluto l' arte marziale thailandese da cui si è poi sviluppata la Muay Thai che vediamo praticare oggi, quanto una specifica codifica creata e registrata da un italiano.

Non voglio nemmeno pretendere di saperla lunga a riguardo, nonostante in passato mi sia capitato di imbattermi in essa.
Voglio solo fare qualche osservazione generale che ognuno poi sarà libero di interpretare a proprio piacimento.

Iniziamo quindi col rimarcare questo fatto: la "muay tradizionale" è ad oggi uno stile con un marchio registrato, da un italiano, per identificare qualcosa di specifico che lui ha codificato.
Io ritengo che non ci sia nulla di scandaloso in questo, tutto sommato: in fondo è l' unico modo per tutelare, a livello legale, il lavoro di una persona.
Questo però implica automaticamente il fatto di star parlando di un prodotto, che deve essere differenziato dagli altri per essere proposto in un certo modo e all' interno di un' organizzazione e associazione specifici.
Non so se mi spiego: i termini "Karate", "Kung Fu", "Brazilian Jiu Jitsu", "Kick Boxing", "Muay Thai", "Krav Maga", "Boxe", etc. non possono essere registrati in quanto sono semplicemente parole in una certa lingua.
Solo se viene specificato un tal stile, e di seguito una tal associazione/organizzazione che identifica un gruppo di persone che pratica nello stesso modo, con le stesse regole, facendo (soprattutto) a capo ad uno stesso maestro/i, allora si può registrare un marchio alla stessa maniera (Karate Protocan JKA, Tracy Barda Jiu Jitsu, Picachun PKC e così via); Ma nessuno al mondo può contestare a Cicillo Pizzapasta di star praticando "Karate" per i cazzi suoi, avendolo imparato dalle videocassette in edicola e dai film di Sho Kosugi.

Questo preambolo serve ad osservare che quindi, in questo caso, il fatto di parlare di "muay tradizionale" in realtà non rappresenta realmente il patrimonio totale e reale delle arti marziali siamesi quanto una loro scrematura, buona o meno che sia, operata dalla ricerca di un singolo che se ne è messo a capo.
E' un pò come se io registrassi il nome "Lotta Antica Cinese" pretendendo di essere l' unico vero depositario di TUTTE le tradizioni marziali cinesi, di tutte le province, di tutti i villaggi, di tutte le famiglie, il tutto fruibile secondo un programma tecnico redatto da me, con esami o gradi stabiliti da me e... pagando me.
E se un giorno andaste in Cina in visita ad un antico tempio sperduto tra le montagne e abitato solo da eremiti lontani dalla civiltà che si tramandano da secoli una loro arte marziale autoctona... non starebbero praticando la Vera ed Autentica "Lotta Antica Cinese", perchè quella la insegno solo io!
E non potrai nemmeno aprire un tuo corso di Lotta Antica Cinese, perchè io potrei denunciarti per plagio!
La Lotta Antica Cinese è roba mia, l' ho inventata io, mica tu cinese che abiti in Cina e pratichi lo stile di tuo padre cinese!

Ancora una volta appare evidente come l' introduzione di aspetti commerciali e organizzazioni gerarchico/economiche vari abbiano minato il concetto stesso di arte marziale, che dovrebbe essere esclusivamente "un modo di allenarsi in una certa cosa".
Tanto per fare un parallelo molto affine, nessun nak muay al mondo si azzarda ad affermare di praticare "l' unica ed autentica Muay Thai", anche perchè qualsiasi pincopallino con abbastanza volontà, tempo e denaro può andare in Thailandia ad allenarsi, in decine di camp a scelta, ed imparare alla maniera dei thailandesi.
Al massimo troverà scuole che prediligono un aspetto, o dove si imparano dettagli in un modo invece che in un altro: ma parliamo sempre di dettagli, dal momento che lo scopo del tutto resta sempre picchiare l' avversario usando un certo tipo di tecniche patrimonio comune.
E nessun maestro di Muay Thai si arrogherebbe il diritto di insegnare "quella autentica", perchè oltre a lui ci sono decine e decine di altri maestri che nemmeno ha mai visto e che insegnano altrettanto bene le stesse cose.

La Muay Thai odierna è naturalmente una codifica sportivizzata dell' arte marziale thailandese tradizionale, una delle poche che possano realmente vantarsi di questo aggettivo.
Ma anche parlando di Krabi Krabong o Mae Mai Muay Thai, finchè non si scende nel dettaglio di precise associazioni organizzate a livello legale, è impossibile stabilire chi faccia quello autentico in quanto parliamo sempre di culture marziali che non hanno un unico capostipite o maestro fondatore.
Insomma, se andassi in Thailandia a vagabondare per villaggi imparando qualcosa da vari maestri non legati alla Muay Thai sportiva, potrei a tutti gli effetti dire di praticare un pò di "Krabi Krabong", di "Muay Chaya", in pratica... "Muay tradizionale".

E' forse un pò limitante soffermarsi così a lungo su questo aspetto poco elegante della cosa, ma qui parliamo di delusioni marziali e delle cose che in questo ambiente non vengono raccontate in modo obiettivo.
E io ritengo che prima di raccontare ad una persona di star studiando "gli antichi balli tribali dei Cherokee" forse sarebbe il caso di specificare che non basta andare ad imparare qualcosa da un capo indiano (che viene pagato e ha tutto l' interesse a raccontarti quello che vuoi sentire, tu straniero pieno di soldi ed ambizioni) per poi confezionarlo in un pacchetto di cui sei il rappresentante pretendendo di essere l' unico a poterlo diffondere "legalmente" e in modo "autenticato", quando magari da quelle parti i figli dei veri depositari di questi balli li apprendono da anni e non sanno nemmeno che tu esista.
E magari se la riderebbero pure se lo venissero a sapere.

Come già sottolineato altre volte non sto discutendo dell' impossibilità di praticare queste cose con piacere, o con buoni risultati; sebbene quello che ho visto mi abbia lasciato perplesso, con la "muay tradizionale" uno potrebbe anche imparare a picchiare per bene, tanto più se integrasse il tutto con della sana Muay Thai sportiva e match autentici.
Ma lascia sempre l' amaro in bocca vedere come la commercializzazione forzata finisca per intaccare anche cose che per definizione non potrebbero essere vendute, e come una certa informazione pilotata possa nascondere un' onesta verità su ciò che si pratica.

Nel mondo delle arti marziali un praticante si eleva solo quando riesce a fare a meno di organizzazioni, celebrazioni, sigle, gradi, maestri da riverire e da seguire per la vita, divise ufficiali e regolamentari, nomi, tradizioni, canoni estetici, tecniche.

Un marzialista può capire le arti marziali solo quando si libera di tutto ciò e torna a fare e basta, in qualsiasi luogo, con qualsiasi indumento, senza alcuna limitazione, senza alcuna remora, senza alcuna fissazione, senza alcun obbligo, senza dover rendere conto a nessuno.
Quando torna ad essere, prima di tutto, un semplice uomo.

sabato 11 maggio 2013

Un classico: le tecniche ispirate dagli animali

Stavo riflettendo sulle varie cazzate perpetrate negli anni nelle AMT e mi è venuta in mente in particolare la storia delle tecniche ispirate dagli animali.
In alcuni stili (manco a farlo apposta cinesi... tre quarti delle stronzate marziali arrivano da lì) si dice che gli antichi maestri abbiano osservato i combattimenti o le movenze degli animali per trarne ispirazione e riproporre il tutto in chiave umanoide.
Per quanto possa sembrare poetica o affascinante questa cosa, l' unico senso che gli si possa dare è di tipo folcloristico: purtroppo molte persone non hanno ancora recepito questo punto e credono davvero che un Homo Sapiens acquisisca abilità combattive speciali imitando scimmie, colibrì od onischi (detti porcellini di terra).

Tra le mie passioni (per fortuna ne ho molte altre aldilà delle arti marziali) ci sono anche i documentari sull' etologia e non parlo di Wild o programmi per bimbi su Dmax.
E chiunque abbia il buonsenso per giudicare obiettivamente cosa facciano gli animali, si renderà conto che di cose da cui trarre ispirazione ce ne siano effettivamente tante... meno quelle raccontate nelle AMT.
Vediamo qualche esempio.

- La prima e fondamentale osservazione riguarda una questione evolutiva base, l' individuo "migliore" vince: il più forte, il più sano, il più adattato, il più scaltro... il cosidetto maschio alpha, il capobranco, quello che fa il culo a tutti gli altri.
Sì, è il più forte.
E' il più aggressivo.
E' quello che quando combatte vince, e lo deve fare spesso.
Sa combattere, lo ha imparato fin da piccolo, facendolo, e ora pesta tutti.
Posto che non sia comunque molto accurato paragonare animali come i maggiolini agli esseri umani (tranne svariati casi, ammettiamolo), sta di fatto che i saggi maestroni cinesi avrebbero dovuto capire che se il tuo avversario è grande, grosso, incazzato ed avvezzo alle botte, non basterà tutta la tecnica di questo mondo a te piccolo omino flaccido.
Nota a parte: io sono abbastanza sicuro che questi maestri si allenassero per essere fisicamente forti prima che tecnici, mentre oggi la maggior parte dei praticanti crede che conoscere l' angolo X e la posizione Y colmi qualsiasi gap... ma ho già esposto cosa penso della diffusione odierna di questi stili circensi.

- Gli animali sfruttano le loro peculiarità genetiche, fisiche e strutturali.
Un quadrupede scalcia, perchè quello è un suo colpo efficace; un felino graffia e azzanna, perchè quelle sono le sue armi; Una scimmia morde, strappa, colpisce a cazzo e fa un sacco di male perchè ha le mani libere per farlo.
Ognuno è adattato a fare delle cose e NON altre.
Non c'è alcuna ragione sulla terra per cui un Homo Sapiens dovrebbe mettersi a tartaruga, a stambecco o ad alca impenne.
Tanto più che chi prova a fare certe cose contro un altro tizio che invece combatta come un essere umano, le prenderà di sicuro.

- Quando un animale è piccolo e sfigato, non diventa il Re della Giungla allenandosi a fare forme o respirando in modo curioso: si nasconde oppure ha una cavolo di arma segreta che invita gli altri a farsi gli affari propri.
Il veleno è una di queste, per cui un essere poco versatile come un serpente può permettersi di fare il bullo nella foresta.
Un solo colpo buono (un morso) e ha vinto: no, non è vero, lo ammazzi lo stesso ma poi lo raggiungi a breve, e i tuoi amici lasceranno in pace i serpenti ringraziandoti di averglielo fatto capire.
Buon per loro.
Ci sono animali che sfruttando questo fatto si vestono coi colori del serpente di prima anche se non sono velenosi, così i bulli li lasciano in pace durante la ricreazione.
Ergo, se il tuo aspetto è quello di uno da lasciare stare, non ti prendono di mira.
Nel nostro caso se sei un nerd con gli occhialoni, pallido cadaverico, con il fisico di una limaccia e l' atteggiamento remissivo sarai il primo sulla lista di quelli da picchiare.
Figuriamoci se poi racconti in giro di fare "il wing chun, uno stile cinese full contact adatto a tutti e che richiede solo la tecnica".

- La maggior parte degli animali che hanno scontri violenti sono armati: corna, unghie, canini... non fanno a botte e basta.
Già, anche i primati a noi più simili hanno nel morso la loro prima risorsa offensiva.
Le armi sono universalmente quel qualcosa che da il vantaggio sugli altri e gli animali si vedono bene dallo scontrarsi con chi è "armato", se non è necessario, perchè sanno a quali rischi vanno incontro.
Non c'è nessuna ragione per credere che bastino i pugni cinesi per avere la meglio su un tizio con un coltello.
Non a caso, nel mondo e nella storia (compresa quella cinese), la gente che vive davvero in ambienti a rischio gira armata, altro che studi decennali della forma del pangolino e del fulmine di Pegasus.

- Gli animali che non hanno armi, o non sono veloci, o non sono aggressivi, o sono piccoli e neri e sfigati... si nascondono.
Non cercano le botte, si mimetizzano, spariscono dalla circolazione ed escono a fare la spesa dove e quando non girano i bulli.
Non possono farci niente se sono così e quindi fanno l' unica cosa intelligente che resti.
Un uomo o una donna dovrebbero ammettere senza vergogna che se sono nani, afisicati e pacifisti i bulli gli daranno un sacco di botte, dannazione.
Non basterà fare la boxe cinese col saluto antico del tapiro malese.

- Quando i predatori attaccano in branco, vincono.
Tante prede si salvano ma c'è sempre lo sfigato di turno a cui tocca pagare per tutti, e gli fanno il culo senza tanti ringraziamenti.
Normalmente è proprio il solito "nerd sfigato", malato, il debole della situazione: e lo mangiano vivo. Lo aprono proprio.
Deve essere molto particolare osservare te stesso come sei fatto dentro e vedere qualcuno che se ne ciba.
I predatori lo sanno chi è il debole, non vanno di certo a rompere le palle al più grosso e cazzuto: ma se decidessero di attaccare proprio lui, lo farebbero in tanti.
E c'è gente che crede davvero di studiare qualcosa per difendersi a mani nude contro più aggressori...
Glielo hanno detto i cinesi.
Noto popolo individualista eh...

- All' elefante non rompe le palle nessuno.
Primo perchè è grande, grosso e armato. Secondo perchè è pure furbo e non gira da solo per fare il gradasso.
Se fai "l' antica arte cinese inventata da una donna (pensa te!), che proprio essendo debole e minuta codificò uno stile adatto a sconfiggere quelli grandi, grossi e armati", vedi di raccontartela giusta... stai giocando, ti stai divertendo, ma non credere sul serio di poterle dare all' elefante.

- In natura esistono molte femmine pericolose e letali anche per i maschi.
Certo, soprattutto tra gli insetti, gli esseri viventi più vicini ai maestri cinesi...
Giuro di aver letto di qualcuno che sosteneva l' autodifesa femminile dicendo che in natura sono le femmine ad essere più aggressive e pericolose.
Non so se sia chiara la strumentalizzazione di questa realtà: paragonare, solo quando fa comodo, la ragazzina fashion media di 50kg ad una leonessa o ad una mantide religiosa.
Le femmine animali, dagli insetti in su, hanno caratteristiche e vivono una vita completamente diversa da quella di Hanna Montana.
In natura non c'è il bene o il male, ma soprattutto non c'è nessuna cultura civile paragonabile a quella umana della nostra società; E' una cosa talmente superflua che mi vergogno di doverla scrivere.
In natura qualsiasi animale femmina uccide altri animali per cibarsi, combatte per difendersi, è avvezza a tutto questo per istinto... e magari ha pure dimensioni e aggressività doppie rispetto ai maschi per genetica.
Ora, paragonare un ragno Nephila alla vostra sorellina personalmente lo trovo eccessivo, al limite l' ex moglie.
E se poi vogliamo parlare di donne che si difendono agevolmente ma queste donne sono delle Big Mama afro-americane... torniamo ai punti di prima.

- A fare molta scena in tutta questa storia delle tecniche degli animali è soprattutto una questione estetica, come al solito.
Una faccenda di posizioni assunte che "imitino" (dio solo sa come) posture o atteggiamenti degli animali.
Qualcuno poi si è spinto oltre raccontando che, ad esempio, un colpo veloce ed improvviso sia assimilabile all' attacco di un cobra, oppure che mettendo le dita a zampa di gattino un umano possa colpire allo stesso modo di una tigre coi suoi artigli...
Resta il fatto che questi parallelismi animali siano stati spinti a forza in movimenti umani; Quella che potrebbe a tutti gli effetti essere stata una semplice trovata folcloristica, da sagra di paese, è stata in seguito perpetrata come una serie di tecniche segrete e micidiali, padroneggiate solo dai veri maestroni delle pianure del Sichuan.
In un ipotetico mondo parallelo abitato da scarafaggi evoluti, è come se questi si allenassero a camminare su due zampe e tirare cazzotti per emulare il combattimento umano.
Credo che gli scarafaggi sarebbero più intelligenti e continuerebbero a mangiare i cereali a sbafo, nascondendosi e basta.

martedì 7 maggio 2013

Focus on: l' Aikido

Su richiesta di un lettore del blog vado ad affrontare l' argomento Aikido, anche se avrei dovuto farlo prima per via delle tante osservazioni che ci sono da fare a riguardo.

Vorrei discutere subito dell' onta che quest' arte marziale porta con sè: negli anni passati l' Aikido è divenuto noto alle masse soprattutto per colpa dei film di Steven Seagal.
Chiariamo immediatamente che l' insopportabile e borioso attore ha solo pubblicizzato l' arte (nemmeno volontariamente a dire il vero), ma essa ha una storia ben slegata dalle sue buffonate coreografiche.
Purtroppo però, come spesso accade quando si parla di film, molti aspiranti marzialisti si sono recati nelle palestre di Aikido pensando di imparare a sgominare bande di gangster a suon di braccia spezzate e improbabili combattimenti con katana (tipica arma delle bande giamaicane), restando piuttosto delusi quando poi si sono ritrovati a fare tutt' altro.

Sempre parlando di Seagal, è cosa nota che sia stato il primo occidentale ad avere un Dojo di Aikido riconosciuto in Giappone.
Poi verrebbe da chiedersi che diavolo dovrebbe significare questo, visto che non stiamo parlando di un portoghese che aprì un Dojo durante l' epoca Meiji...
Ma tant'è che i pessimi film di Steven Seagal hanno dato un' immagine decisamente deviata di quest' arte marziale e ancora oggi si trova qualcuno pronto a decantarne il valore "perchè Seagal è un tizio fortissimo".
Penso si sia capito che a me Seagal stia decisamente sulle palle, coi suoi film su misura in cui lui è il classico superfigo della situazione che fa il bullo con tutti e nessuno che gli pianti una bella pallottola in cranio.. ma vabbè, il punto è un altro: si tratta di un uomo enorme.
Siamo quindi alle solite: dove sta il valore di un' arte di combattimento se a praticarla è un umanoide arrogante di quasi 2 metri?

Ora lasciamolo perdere e veniamo ad un' altra questione assai divertente legata all' Aikido: il suo fondatore.
L' Aikido è stato codificato dal maestro Morihei Ueshiba, in tempi piuttosto recenti.
La particolarità della sua storia è che da "normale" marzialista quale era, finì invischiato in una specie di setta religiosa/politica che seguì con fervore, e questa esperienza contribuì in modo decisivo alla "definizione d' intenti" dello stile da lui poi creato, l' Aikido appunto.
E così esso è stato diffuso come una specie di arte della pace, dell' armonia tra la gente, dando adito a tutte quelle storie che si raccontano sui buoni propositi delle arti marziali orientali, spesso confusi grossolanamente con il termine filosofia.
A molte persone piacque proprio questa etica di fondo, al punto di esasperarla e trasformare quindi un' arte "del combattimento" in una specie di circolo degli Orsetti del Cuore.
Perchè l' altro chiaro malinteso riguarda il percorso marziale compiuto da Ueshiba: si dice che abbia ammazzato parecchie persone con le sue arti marziali, che fosse un tipo pericoloso... e tuttavia finì per diventare una sorta di precursore di Scientology, arrivando in vecchiaia a compiere esibizioni discutibili dal tono paranormale.
E' quindi ragionevole pensare che Ueshiba maturò ideali di pace e amore proprio in virtù del suo passato da omicida, e che fosse fondamentalmente un bravo marzialista che, come ogni essere umano, riflettè anche su altre questioni legate al senso della vita.
Ed essendo le arti marziali il suo campo d' eccellenza fu in queste che riversò queste sue ideologie, alla stessa maniera con cui un ingegnere edile appassionato di new age potrebbe progettare strutture a piramide o con richiami runici...

Il problema è che molti praticanti odierni amano riempirsi la bocca delle sue vicende per autenticare il valore tecnico di questo stile... pur praticando solamente la parte annacquata, e non avendo mai nemmeno provato a combatterci.
L' Aikido è infatti oggi, dati alla mano, un' altra di quelle arti marziali rigorosissime e allenate solo con esercizi prestabiliti da fare con compagni che conoscono esattamente cosa debbano fare.
Pare che il senso sia proprio quello, l' armonia tra Tori e Uke: è una cosa molto bella, sensata, affascinante!

Ma SE vogliamo parlare della mera applicazione, cosa resta di tutto ciò?
Naturalmente (come avviene per tutte le arti marziali di questo stampo) anche nell' Aikido sono presenti concetti e movimenti interessanti e potenzialmente molto efficaci, non lo ho mai negato: siamo però al solito discorso, che contro un Paperino preso alla sprovvista si può applicare anche il mitico Calcio della Gru (che, ricordiamo, se ben fatto non c'è difesa..) ma se un' arte marziale si basa sul combattimento contro gli incapaci non è poi così temibile.
Del resto ogni esibizione di Aikido si riconosce per queste capriole svolazzanti che compiono gli interpreti attaccando in modo inconcepibile un eroe che sta al centro, in una palese dimostrazione di concetti stilizzati che però poco hanno a che fare col combattimento o con le aggressioni.

Sempre che questo sia per loro l' obiettivo.
Perchè se devo spezzare una lancia in favore degli aikidoka, c'è da dire che aldilà dei fan di Seagal o degli ostinati "cavoli ormai lo pratico da anni e devo per forza raccontare in giro di spaccare il culo ai passeri", solitamente sono persone che si fanno gli affari loro e non le sparano grosse decantando il loro valore di guerrieri.
E io rispetto chi si pone onestamente per chi è e per quello che fa.