lunedì 15 aprile 2013

Liberarsi di Bruce Lee


Stanno trasmettendo "Dalla Cina con furore" e colgo l' occasione per parlare di un argomento che avrei dovuto affrontare già molto tempo fa.
Penso di averlo scritto in uno dei primi post: anche io da bambino ero un fan di Bruce Lee e mi sono avvicinato alle arti marziali proprio grazie ai suoi film.
Tanti altri lo hanno fatto, a quei tempi la poca informazione riguardo le arti marziali ne faceva a tutti gli effetti un' icona assoluta e per molti era IL Maestro, il punto di riferimento, "il combattente più forte del mondo".

Beata innocenza!
Come tanti altri anche io amavo guardare i suoi film fino a consumare le videocassette a furia di rewind ed avevo imparato a memoria tutte le sue (poche!) battute ma soprattutto le sue movenze, che emulavo davanti al televisore o quando "mi allenavo" da solo.
Col tempo venni anche a conoscenza della sua storia e questo non fece che rafforzare la mia opinione: Bruce Lee era la mia guida nelle arti marziali, il modello a cui aspirare!
Leggevo i suoi libri e non potevo che essere d' accordo con le sue conclusioni; Il fatto che avesse creato un suo stile, il Jeet Kune Do, aumentava ancor di più il desiderio di seguire le sue orme.
Avevo i suoi poster in camera, avevo i suoi libri, conoscevo a memoria i suoi film e addirittura sapevo imitare le sue coreografie.
Bruce Lee era per me l' unico mito degno di nota nel mondo delle arti marziali.

Crescendo venni in contatto con nuove informazioni.
Ad esempio ricordo il primo contatto con la rivista "Samurai", in cui venni a conoscenza di altri maestri famosi: tuttavia non riuscivo a capacitarmi di come potesse paragonarsi a Bruce Lee un [udite udite!] karateka con un nome ridicolo come "Mas Oyama"; molti sembravano riverirlo (era morto da poco) ma in fondo quello era solo un banalissimo karateka!
In fondo tutti gli stili avevano i loro poveri maestri da osannare... ma chi poteva paragonarsi al grande Bruce?
Bruce si vedeva come sapeva muoversi! Quelli invece stavano solo a fare posizioni rigide e forme, proprio quella che Lee definiva la "disperazione organizzata", qualcosa di cui liberarsi!

Tuttavia leggendo la storia di questi altri maestri iniziai ad incuriosirmi perchè anche loro sembrava avessero fatto grandi imprese.
Gli sport da combattimento invece non avevano nemmeno ragione di esistere, saltavo completamente gli articoli in quanto a me interessava solo il combattimento "non regolamentato".
Quelli erano solo sportivi, atleti, niente a che vedere con i veri maestri delle arti marziali!

Per molti anni ancora Bruce Lee fu il mio paladino e non perdevo occasione per citarlo o ricordarlo (non esisteva ancora nessuna scuola di JKD nella mia città, altrimenti l' avrei sicuramente praticato).

Poi qualcosa iniziò a cambiare.
Grazie all' accesso ad internet cominciai ad informarmi in modo più completo e a trovare qualcosa di più che semplici articoli propagandistici.
Ricordo che la svolta avvenne quando lessi di come andò veramente il famoso combattimento con Wong Jack Man, e più in generale di come la maggior parte delle favole raccontate su di lui fossero appunto inventate o ingigantite.
Certo, restava un grande personaggio e cultore di arti marziali; Ma mi resi conto di come fu proprio il fatto di essere un attore ad averlo reso tanto popolare, dal momento che per il resto non aveva dato dimostrazioni di chissà quali capacità di combattente.
E così mentre personaggi a me prima ignoti come Oyama, Gracie ed una stirpe interminabile di Thai Boxer avevano storicamente dimostrato di stendere la gente, Bruce Lee restava fondamentalmente un mito costruito.
Le uniche prove documentate delle sue abilità erano qualcosa di poco rilevante, risse da bulli di paese e tanta, tanta scena in dimostrazioni.

Inizialmente mi rifiutavo di ammetterlo ma quando il buonsenso prese il sopravvento non potei più raccontarmi balle: considerare Bruce Lee un grande combattente era una cosa da bambini incantati, da ignoranti delle arti marziali autentiche.
Gli andava riconosciuto molto, questo sì, ma non nei termini per cui la massa lo conosceva.

Quando finalmente ammisi la verità (a me stesso) e mi resi conto che i veri combattenti erano altri, la magia svanì per far posto ad un piacevole senso dell' ONESTA' e del VERO.
Riguardai i suoi film con occhi completamente diversi, vedendo L' OVVIO laddove prima non ero capace di riconoscerlo.
Quelle che prima erano coreografie giustificabili ora mi apparivano in tutte le loro lacune e assurdità.
Quelle che sembravano verità concettuali da lui scoperte ora mi sembravano le basi banali di qualsiasi arte funzionale.
Senza contare le questioni non legate all' arte marziale, quali la fastidiosa propaganda cinese nei suoi film o quella su egli stesso prodotta in seguito dagli americani.

Mi ero liberato del mito di Bruce Lee, finalmente riuscivo a capire anche io perchè i veri esperti di arti del combattimento non lo osannavano così tanto.

In tutto questo la cosa più sconcertante è che ancora oggi esistono persone che pur essendo nell' ambiente marziale da tempo continuano a vivere il mito di Bruce Lee come dei bambini dalle mani pacioccose.
Ma più di tutto la cosa davvero ridicola, esilarante direi, è vedere uomini adulti che imitano i suoi movimenti, praticano il JKD con ancora in testa le sue coreografie ed emulano quei colpi, quando scommetto che persino Bruce Lee non li contemplasse per davvero nella sua pratica reale.
Se questa gente potesse anche mettersi una tuta gialla e nera e fare gridolini di stampo felino lo farebbe senza pensarci.