sabato 7 ottobre 2017

Papà, mi mandi a fare o' Carate?

So che sia un pò come sparare sulla croce rossa, ma dopo la notizia che ho sentito ieri ho sentito il bisogno di rimarcare questo ulteriore aspetto disgustoso delle arti marziali, in particolare quelle definibili "tradizionali" (qui abbreviate in AMT).
L' episodio riguarda quel maestro di Karate schifoso pezzo di merda che per anni ha abusato sessualmente delle sue allieve bambine, leggo addirittura che abbia invitato altri uomini a queste "sessioni di allenamento", e che persino la moglie ne fosse a conoscenza.

Faccio un paio di precisazioni veloci:
Primo, io non amo abboccare a qualsiasi notizia diffusa tramite la Fonte della Conoscenza che è Internet, perciò non entro nei dettagli di quanto successo perchè non ho informazioni certe (ad esempio questa cosa della moglie che sapesse tutto è facilmente interpretabile in vari modi, soprattutto quando i merdosi giornalisti usino intenzionalmente termini sensazionalistici o montino le notizie per fare più scalpore).

Secondo, scusate ma questa cosa mi sta proprio qui, il modo in cui da sempre sento pronunciare la parola giapponese "Karate" è qualcosa che mi irrita molto, perchè nel suo piccolo è l' ennesimo sintomo dell' ignoranza diffusa nell' ambiente delle arti marziali, dove un sacco di "esperti" non sanno nemmeno pronunciare il nome di ciò che praticano e pretendono di insegnare.
Capisco che la pronuncia giapponese suoni in un certo senso "interpretabile" in italiano, ma diavolo cane, pronunciarlo "carate" tipo "patate" proprio no...
Stessa cosa che succede con la parola ebraica Krav Maga.
Chiusa parentesi.

 Tornando a noi, ho avuto il dispiacere di vedere una pagina di fotografie del tizio in questione e ho avuto un rigurgito di quanto mangiato a Capodanno.
Classico esempio stereotipato di bulletto tatuato con autostima esasperata ed espressa in selfies con sguardi ammiccanti, fotografie mentre si allena e (qui ho riso tanto) clip delle sue "prodigiose capacità marziali" in cui calcia in modo tecnicamente ridicolo un palloncino.
Durante un servizio in tv c' era un signore del posto che ha detto una cosa fondamentale e che mi ha spinto a scrivere questo post: "non gli avrei mai affidato mia figlia/o".
Parole SANTE.

E badate, non stiamo parlando di un esperto che lo abbia valutato in base alle sue competenze marziali, parliamo di un semplice padre che con buonsenso abbia fatto una considerazione guardando il personaggio.
E infatti, checchè se ne dica, l' abito fa il monaco eccome perchè basta un briciolo di buonsenso per capire che un tizio conciato in quel modo e con atteggiamenti del genere non sia di certo una buona guida per dei bambini.
Figuriamoci per delle bambine.

Ma perchè delle bambine hanno accettato simili abusi senza reagire?
Senza entrare in argomentazioni che non conosco, mi limito a sottolineare l' aspetto che comprendo e di cui ho sempre discusso nel mio blog: sudditanza psicologica.
Quella sudditanza tanto forte proprio in questo tipo di ambienti, in cui si imponga la figura del Maestro a prescindere dal suo reale valore come persona, figuriamoci se poi gli allievi non abbiano proprio le basi per valutare.
Non voglio discutere del perchè i loro genitori non abbiano ragionato come il padre dell' intervista, perchè lo sport italiano per eccellenza è il cercare un colpevole per lavarsi la coscienza; Dico solo che affidare un bambino ad un educatore di qualsiasi genere sia una cosa molto più sottile del semplice mandarlo a fare quello che vuole, nel posto più vicino possibile.

Questa disgustosa notizia è per me un' altra dimostrazione di come le arti marziali, con larghissima maggioranza quelle Sacre e Ricche di Moralità, siano intrise di ipocrisia e falsità peggio di molti altri sport dove perlomeno nessuno pretenda di seguire una qualche Via spirituale o morale per principio.
Tutti quanti amino definirsi maestri di arti marziali decantando la loro moralità derivata dalla pratica sono dei buffoni, dei luridi ipocriti ai quali non si debba affidare nemmeno il pesce rosso.
I meccanismi psicologici che stanno dietro a queste cose sono per me tanto chiari che mi stupisco di come ancora oggi così tanta gente non se ne renda altrettanto conto.

E nel mio piccolo continuerò a diffondere il mio punto di vista, con buona pace di tutti i piccoli fan di Briuuuuss Liiiiii.

4 commenti:

  1. Chissà se il Karate gli sarà utile dietro le sbarre...

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  2. Conosco superficialmente il mondo delle AMT, ma mi sento di sottoscrivere tutto quanto scritto da Arte Mortale...

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  3. Pienamente d'accordo. Un argomento su cui spesso mi sono ritrovato a confrontarmi è proprio questa tanto professata elevazione spirituale e morale che quasi tutte le AMT (tranne quelle con intenti prettamente competitivi) portano con se. Ciò che da sempre cerco di dire è che:

    "L'elevazione spirituale e morale nelle AMT NON ESISTE"

    Sostanzialmente ogni disciplina orientale si pone come un faro pronto ad elevare ogni praticante ad un superiore livello di spiritualità, rettitudine e moralità tra dottrine filosofiche, storiche e morali, dal Tai Chi all'Aikido. Questo brutto brutto retaggio che deriva dai guru degli anni 70 ha portato sempre più a quel generico atteggiamento di spacciata elitarizzazione di cui si vestono molti corsi, e di agghiacciante sudditanza degli allievi (che purtroppo porta anche a queste spiacevoli situazioni in cui gli allievi si sentono fortemente succubi della figura del maestro) . Ma nella sostanza di cosa stiamo parlando? Del Nulla.

    La progressione spirituale e morale tanto decantata dalla gran parte delle AMT, non è qualcosa che si può ottenere passando 1 ore e mezza, 2 ore a settimana, su un tatami in una palestra accanto alle signore che fanno pilates, da un maestro che è un panciuto uomo di mezz'età pensionato della marina. Scordatevelo. E chi pensa di utilizzare le arti marziali per questo scopo è totalmente fuori strada. Non c'è una formula magica. C'è gente che ci si dedica tutta la vita ESCLUSIVAMENTE alla pratica spirituale e morale, e senza la pretesa o il bisogno di spaccare ossa.

    Questo era Sicuramente l'obiettivo delle AM quando sono nate, in epoca feudale. Ma l'insegnamento era per lo più inserito in un contesto che totalizzava a 360 gradi la vita di una persona. Si viveva, studiava, pregava e lavorava nelle scuole o nei templi. Non era un hobby. Promettere levatura morale e spirituale, al disopra della massa comune...però "part-time", E' fuffa per compensare altra fuffa. Una storiella per spingere i frustrati a farsi ammaliare dal maestro e le mamme a sentirsi sicure
    Per esempio, io son un ex pugile. 5 anni e un paio di decine di incontri all'attivo. In tutte le palestre di boxe c'è la storiella che "la boxe ti rende una persona migliore, insegna alla disciplina e ti toglie dalla strada". Certo, funzionava negli anni 70 in cui i ragazzini che non andavano ascuola, invece di stare in mezzo alla strada ad accoltellarsi passavano TUTTA la giornata in palestra, quindi erano fisicamente tolti dalla strada..ma non funziona se ti alleni 2 ore, 2-3 volte a settimana e poi torni a casa a fare i cazzi tuoi. Nella mia palestra infatti, 3/4 degli agonisti under 25, tra i migliori d'italia, erano ragazzotti dei quartieri popolari che, dentro la scuola sembravano militari ma una volta fuori dalla palestra, facevano casini. Però questo aiuta a far dimenticare a un po' di mamme il rischio di occhi pesti e nasi rotti, quando si tratta di iscriversi.

    Certo, nulla toglie che un buon allenatore/maestro, che sia prima di tutto una brava persona, possa diventare una figura di riferimento positiva e che ti trasmetta dei bei valori, ma insomma può succedere in qualunque sport. Anche giocando a calcio. L'elevazione spirituale è un'altra cosa.

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  4. è sintomatico ormai
    http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/roma_istruttore_karate_molestie-3583565.html

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