venerdì 19 agosto 2016

Size matters, age matters...

Mi devo scusare per aver promesso di scrivere dei post riguardanti alcune interessanti riflessioni nei commenti senza poi dar seguito, ho avuto un pò da fare ultimamente.
Recupero ora con un post riguardante un paio di questioni tipicamente fraintese (o meglio dire, volutamente fraintese) nel mondo delle arti marziali:

"Le arti marziali sono alla portata di tutti, indipendentemente dall' età."
"Le arti marziali colmano il gap fisico, il piccolo sarà in grado di vincere il grosso."

Ed è superfluo ribadire come questo messaggio venga ben pubblicizzato soprattutto nelle AMT.
Prima di tutto ritengo importante chiarire un aspetto dell' affermazione a costo di sembrare banale: tutti possono scegliere di praticare arti marziali, così come tutti possano scegliere di andare a praticare rock acrobatico, free climbing o immersioni subacquee.
Inutile aggiungere la differenza tra il provarci e il riuscirci, perchè alcune attività fisiche semplicemente non sono alla portata di tutti per età, struttura fisica, predisposizione mentale e capacità pregresse.

Non mi va di fare un post noioso per spiegare l' ovvio, mi limiterò a raccontare degli aneddoti, alcuni dei quali già presenti nei commenti passati ma mi rendo conto che siano di difficile reperimento.

Il primo esempio che mi viene in mente è quello di un paio di signore che vennero a provare una lezione, parliamo di svariati anni fa quando ancora praticavo AMT.
Naturalmente era uso pubblicizzare l' inizio dei corsi con i soliti volantini e dichiarazioni sul web in cui si assicurava la possibilità di praticare per tutti "dai 0 ai 90 anni, senza distinzioni di sesso, età o costituzione fisica", nella sottintesa speranza che colpisse soprattutto ragazze procacissime in hot pants con gli occhioni grandi grandi.
E' ancora oggi un must delle AMT, lo vedete tranquillamente ovunque soprattutto in questo periodo.
Tornando alle nostre signore, ricordo che quando le vidi all' ingresso nemmeno presi in considerazione l' idea che fossero lì a provare ma venni smentito con profondo orrore non appena entrarono in sala con noi.
Immaginate due signore più verso i 60 che i 50, coi capelli visibilmente tinti, ad occhio 1,50m di altezza per una settantina di chili, vestite come per la sagra di paese con tanto di ampia scollatura ricamata, collane ed orecchini tipo Baracus... lì per imparare le favolose arti marziali con capriolette, calci in faccia, bastoni roteanti e magli perforanti.
Si sconvolsero all' idea di dover praticare a piedi nudi (rimasero in calzette che ovviamente si smerdarono entro due metri), si fermarono dopo un giro di corsa della sala, mostrar loro una capriola a terra prese non meno di cinque minuti a tentativo con tutti gli altri in attesa del loro turno...

Non riesco a spiegare la sensazione di profondissimo disagio che si prova quando qualcosa è completamente fuori posto, sbagliata, fraintesa nel più sconvolgente dei modi.
E badate, non ne faccio una questione offensiva verso la loro persona, tra l' altro erano lì in spirito e chissà quanto se la saranno risa il giorno dopo; Ma era più che evidente che il messaggio promozionale tanto abusato aveva infine portato ad un fraintendimento piuttosto imbarazzante.
Non certo da parte delle signore, del tutto "incolpevoli" in quella circostanza, ma da parte nostra che continuavamo a promuovere lo stile con questa apertura.
Come del resto facevano tutti gli altri e piaceva ribadire ai maestri nell' esaltare lo stile.

Oppure c' è stato un signore altrettanto su di età che dopo aver raccontato di quanto fosse figo ed atletico settantordici anni prima non possedeva letteralmente la coordinazione per saltare a piedi pari un ostacolo di 20cm da terra.
Era talmente scoordinato che ingarbugliava le sue stesse braccia provando ad imparare le parate base, gli dicevi di fare un movimento in senso orario e pur avendo capito il concetto partiva con l' altra mano e nel senso opposto.
Se non altro alcuni di questi episodi mi fecero riflettere sull' assurdità di certi metodi didattici, spesso lontani dalla logica, dalla biomeccanica e dal semplice buonsenso.

Aldilà di questi aneddoti ho imparato quanto sia falsa l' affermazione che si possano praticare arti marziali a tutte le età, figuriamoci iniziarle da zero in età già avanzata.
Ho amici pieni di acciacchi che con tutta la passione possibile non possono più permettersi certi movimenti, una certa intensità o velocità, certi tecnicismi.
E non è nemmeno questione di arti funzionali, dove al contrario la cosa è ancora più marcata, semplicemente certi traguardi non sono più ottenibili.
E vorrei ricordare che quando l' obiettivo è "sapersi difendere da un aggressore", l' intensità, la cattiveria e tutte le brutte cose possibili restano le stesse.... sì, ma per l' aggressore.

Quella della stazza che non faccia testo è poi un classico dei classici, una delle bugie più dure a morire nell' ambiente marziale.
L' idea è che per quanto tu sia piccolo e fisicamente insignificante grazie ai colpi cinesi sia comunque in grado di abbattere Boagrius il Tessalico.
In questo senso mi torna alla mente un episodio abbastanza recente, durante una lezione di difesa personale alla quale ho assistito.
Studiavano lo scenario di una donna schiena a terra con un uomo sopra e di quello che avrebbe potuto fare per disimpegnarsi.
Immagino che i più esperti avranno visualizzato chissà quante tecniche di BJJ, o JuJutsu, o Judo, o Killer-Paua-Israeli-Mothafucka-Jeet-Cul-Do-Defense....
Il problema è che sotto stava questa signora di 1,40m e sopra un ragazzone più alto di 50cm buoni.
Le tecniche provate semplicemente non le erano possibili. A livello proprio meccanico, mancavano i presupposti per eseguire i movimenti, la forza, l' agilità, la lunghezza degli arti, la distanza.
Nella situazione reale il ragazzo l' avrebbe anche colpita, o l' avrebbe asfissiata semplicemente scaricandole addosso il peso: hai voglia a venirne fuori da lì.
Poi come da copione scoppiarono tutti a ridere.

Io sono tutt' altro che misogino (non ho ancora nemmeno capito cosa sia in effetti la misoginia, giuro) ma ho assistito a scene simili durante tutto il mio percorso marziale, negli ultimi anni anche nel contesto lottatorio, sai, quello "che funziona" e dove le ragazze che si impegnano imparano "per davvero".
E beh, non ho mai avuto dubbi sul fatto che mettendo da parte regolamenti sportivi vari quando ti trovi davanti un avversario oggettivamente più leggero, dalla struttura fisica più sottile, più basso... insomma, le probabilità di vincerlo anche per pura Forza Cinghiale® sono troppe.
Valeva per loro, vale per me, che quando mi sono confrontato con gente al limite dell' obeso (ma cosciente di cosa dover fare) non di rado ho avuto la meglio solo per una questione di fiato ma se solo mi salivano sopra ero come un pulcino sotto un camion.
Ed eviterei di chiamare in causa atlete di livello internazionale di arti funzionali a sostegno del contrario, come continuo a ripetere a me piace parlare di persone normali che puoi trovare in qualsiasi corso medio nei nostri paesi.
(Tra l' altro anni fa ho avuto anche modo di confrontarmi con un' atleta che poi ha raggiunto traguardi di livello mondiale nella sua specialità, e ricordo di come andassi col freno a mano durante lo sparring proprio per non renderlo inutile; La mia abilità tecnica era inferiore alla sua, ma se avessi voluto sopraffarla a tutti i costi mi sarebbe bastato poco).

Quindi le donne sono destinate a soccombere alle aggressioni in quanto donne?
Proviamo a ribaltare la situazione con un altro aneddoto vissuto e altrettanto sconsolante.
Stavo lavorando e mio malgrado una cliente venne a sapere della mia pratica di arti marziali, al che iniziò a raccontare una sua esperienza.
Mi raccontò con grande enfasi di come un giorno se ne stava passeggiando tranquillamente in centro ed un marocchino (non chiedetemi come lo sapesse) le passò di fianco in corsa, scippandola della borsetta.
Con movimento fulmineo lei riuscì a dargli una sberla, o forse gli tirò una scarpa non ricordo bene, ma la sostanza non cambia: il delinquente si diede alla fuga dolorante lasciando il maltolto.
Quale grande dimostrazione di autodifesa!
Mentre ascoltavo sconsolato il racconto, nella mia testa i tasselli della contestualizzazione erano già andati al loro posto: la tizia era un essere abnorme, più di 1,80m di altezza, obesa ma non flaccida, con le braccia più spesse delle mie gambe.
A completare il quadro, e non è poco, dichiaratamente lesbica "lato-maschile", capelli gialli canarino a spazzola, indole aggressiva nei modi, nelle parole e negli atteggiamenti: insomma, non raccontiamoci che una donna del genere possa far testo nella questione.
(Non so se esista una parola per definire "lesbica lato-maschile", boh.)
O vogliamo raccontare che una donna simile non si sia difesa con efficacia soprattutto grazie alla sua stazza ed indole?
Vogliamo raccontare all' omino mingherlino e spaurito, quello patito di manga e cosplay metrosessuali che rifugge la violenza tranne che nei telefilm di Xena, vogliamo dire anche a lui che possa avere la meglio sulla donna descritta grazie ai segreti del kung fu?

Purtroppo stazza ed età sono parametri che fanno la differenza, non in senso assoluto questo sì, ma invito a fare una riflessione sul punto affrontato prima: come mai nessun anziano si presenta ad un corso di arrampicata?
Niente signore in tenuta da balera al corso di base jumping?
Nessun obeso al corso di kayak, di ginnastica artistica o di parapendio; Nessun rachitico che si presenti per fare rugby, nessun nano che voglia giocare a volley o basket, nessuna vecchietta che voglia provare speleologia...
Lo capiscono da soli che non sia cosa; E invece vedi pratiche di combattimento violento corpo a corpo pubblicizzate come alla portata di tutti.
Forse c' è qualcosa che non va.

giovedì 11 agosto 2016

Elogio all' infondatezza

Vedere le gare di Judo in questi giorni è edificante nella comprensione della quantità di cazzate che si raccontano nei corsi di AMT o di difesa personale.
Il Judo è l' arte della cedevolezza per definizione, lo sfruttamento del peso e della forza dell' avversario, il timing per sbilanciarlo e schiantarlo, e
blaaa, blaaa, blaaa....

Chi crede ancora in queste cose nell' ottica con cui vengono pubblicizzate in certi corsi dovrebbe spendere qualche minuto in più grazie a questa occasione e stabilire da sè quanto ci sia di vero.
Vedere e giudicare dove stiano tutte queste promesse quando poi in sostanza non vedi una (e sottolineo UNA, di numero UNO) tecnica che non venga portata all' estremo della forza e in sostanza riesca proprio grazie alla potenza degli atleti, altro che cedevolezza.
Vedere e giudicare questi atleti ai massimi livelli, che lavorano per davvero ore ed ore al giorno sul tatami per ANNI, e poi finiscono letteralmente stremati dalla stanchezza.
Vedere e giudicare quanto tempo ci voglia per riuscire anche solo ad afferrare nel modo giusto l' avversario, quante tecniche vadano a vuoto quando non mettano proprio in condizione di svantaggio, quante volte gli atleti finiscano in posizioni potenzialmente letali in circostanze diverse.

E nonostante tutto questo, ogni singolo judoka lì presente sarebbe in grado di togliere la vita a metà della popolazione mondiale, anche nella famigerata "strada", proprio grazie a quella preparazione.

Appare evidente una volta di più quanto NON sia possibile applicare le arti marziali senza l' uso della forza;
Quanto sia necessaria una preparazione fisica di un certo tipo, che non è la corsetta alla domenica per far calare la panza;
Quanto le tecniche più pratiche ed effettive vadano comunque difficilmente a segno come ci si aspetta, figuriamoci quelle ridicole combinazioni cinesoidi con pugni intercettati al volo, quattoridici controtecniche che entrano proprio come si studia, forbici al collo, palmate energetiche e punti di pressione.
Quanto la difficoltà del combattimento cresca drammaticamente se dall' altra parte c'è qualcuno che ne sappia altrettanto;
Quanto sia complicato applicare due, tre tecniche allenate al vomito per anni se dall' altra parte c'è qualcuno che reagisce, rispetto alle migliaia di idiozie cinestetiche "allenate" in vari stili;
Quanto in sostanza nessuno di questi superatleti vinca l' incontro nel senso che ci si aspetta, l' avversario non è KO, non è finalizzato, non è impossibilitato a continuare, ma in certi stili si vuol ancora far credere di poter abbattere un umano (no mi correggo, vari umani!) in due secondi senza subire un graffio;
Quanto la differenza di peso conti, e tanto, ma mentre una judoka di 50kg dopo anni ed anni di distruzione letterale del proprio fisico grazie ad allenamenti che farebbero vomitare tanti ometti, qualche chance di schiantare un baldo giovinotto di 80kg potrebbe anche averla, vogliono far credere che la ragazzina fighetta possa fare altrettanto con pugnetti a catena o palmate allenate due volte a settimana se c'ha voglia.

Purtroppo chi non ha mai lottato non è in grado di comprendere le mille sfaccettature di una gara di Judo, non sente le dita che si spaccano per quegli strattoni, non percepisce la spinta, il timing, l' esplosività, la fatica enorme, la concentrazione, le botte che non si vedono ma si sentono eccome, i capelli strappati, le abrasioni, il sangue nel naso o in bocca per uno scontro... vede solo due che giocano a strattonarsi come gorilla.
Beh, solo dopo aver provato questo si è in grado di valutare l' attendibilità di certe AMT che lavorano in modo diametralmente opposto.