domenica 14 dicembre 2014

Risposta - 5c

Approffitto del commento di Anonima per risponderle di nuovo con un post in quanto tratta un argomento che mi sembra giusto affrontare.
Le modalità sono le solite :)

- "Sono ancora affascinata dalla cultura orientale e da queste arti...mi domando sempre se, anche se non utili nel senso della difesa, sono almeno utili nella capacità di infondere senso di sicurezza in se stessi o sulla non-violenza."

Vedi, quello che cerco di far capire è che le arti marziali possano sicuramente infondere un senso di sicurezza in sè stessi, ma questo aspetto è assimilabile a moltissime altre attività.
Questo se parliamo di fiducia in generale nelle proprie capacità.
Ma trattando nello specifico la questione del "saper neutralizzare un' aggressione fisica", ecco che questa sicurezza diventa spesso un' arma a doppio taglio.
Molti, troppi praticanti credono di sentirsi più sicuri per via della propria pratica ma il più delle volte è un placebo indotto proprio dal clima di autoreferenzialità di certi ambienti: la violenza non l' hanno mai conosciuta e quindi si autoconvincono di saperla gestire.

E' successo anche a me, poi la prima volta che mi è entrato un ladro in casa ho scoperto il mio lato fifone, l' incapacità di ricordarmi qualsiasi cosa e sostanzialmente la mia completa impreparazione ad una possibile collutazione violenta per come si presenti nella REALTA'.
La questione della non-violenza è sempre quella: Gandhi era uno che perseguiva la non-violenza, mica il "saggio" maestro di arti marziali delle pianure del Sichuan.
Per quanto vogliano raccontarla, per quanto ci ricamino sopra, non puoi parlare di non-violenza studiando qualcosa che implica violenza.
Oppure sì... ma evidentemente a quel punto stai facendo tutt' altro, ed è quello che faccio notare.

- "Questa filosofia della non-violenza che è alla base anche di altre discipline orientali come lo yoga, la meditazione ecc. "

No, aspetta: meditazione e Yoga sono cose ben distinte dalle arti marziali e per quanto ne sappia io non trattano del tutto la questione della violenza umana, non è il loro campo di origine ed applicazione.
Questi aspetti sono stati aggiunti dagli hippies convintoni new age, interpretando all' occidentale pratiche di luoghi lontani con culture e società ben diversi.
Non voglio gettare fango su queste pratiche così interessanti, però mi viene sempre da pensare che la gente sia talmente condizionata dai media (propaganda americana da decenni, ricordiamolo) da dimenticarsi che le persone sagge e dedite alla non violenza vivevano anche nei campi italiani.
Senza praticare nulla di tutto ciò.
Tra l' altro aggiungo un' osservazione: i Samurai che molti osannano per via del loro mito di uomini "nobili" (ah ah ah...), praticavano la meditazione Zen, no?
Lo abbiamo accettato anche grazie a film storici (ah ah ah...) come "L' ultimo Samurai", no?
Beh, ma non erano anche quelle persone che trucidavano i contadini per uno sguardo di troppo?
Non erano soldati che andavano ad ammazzare altri soldati studiando il modo migliore per farlo?
Attenzione ad associare le filosofie anti-violenza e le arti marziali...

- "Certo avere maggiore controllo delle emozioni, essere presenti a se stessi, avere capacità di ascolto prima che avere reazioni aggressive sono tutte qualità che noi occidentali non abbiamo e per questo vi è tutto questo interesse nei confronti delle filosofie orientali."

Anche questa è, mi spiace dirlo, tutta una bugia perpetrata dai media.
Non so se tu sia mai stata in Asia, ma la gente è TUTT' ALTRO che questo.
Non è giusto generalizzare sugli orientali così come non lo sia per gli occidentali, ma di certo le loro qualità sono tutt' altro che comuni, non più di quanto lo siano qui.
La verità è che qui da noi non viene raccontato nulla di autentico riguardo al pianeta Terra sulla facciata asiatica, ma solo quello che piace sentire.
E' naturale che sia così, non fraintendiamoci: avviene la stessa identica cosa da loro.
Da loro i media trasmettono i telefilm con le tettone di Baywatch, i Simpsons, etc.
L' idea che hanno del mondo occidentale è che sia fatto da tettone lascive americane, guerrieri turbomacho americani, macchinone gigantesche americane, etc.
Da noi i media trasmettono... boh? Nulla, se non telefilm americani con stereotipi americani di come siano gli asiatici.
E aggiungo che ci sia una enorme, gargantuesca differenza tra indiani, cinesi, vietnamiti, coreani, giapponesi, filippini, etc.
Spesso messi tutti nello stesso calderone.

- "Tanto è vero che passano messaggi come yoga contro il bullismo..."

Oddio, questa la devo vedere...

- "tu sei sempre dell'idea che questo messaggio sia negativo?"

Assolutamente NO.
Credimi se ti dico che io farei l' impossibile per avere una società senza violenza, senza armi, senza arti marziali "per difesa", senza Mediaset...
Perciò il messaggio della non-violenza, quale che sia il suo veicolo, è qualcosa di buono in senso obiettivo; Anche quando è solo una personale interpretazione, persino quando è, appunto, un malinteso.
Io dico solo che sia corretto conoscere come stiano le cose e non perseguire convinzioni del genere perchè "me lo impone una pratica".
Le religioni ad esempio sono la più alta e raffinata forma di rincoglionimento sociale mai creata nell' Universo tutto, e guarda caso dovrebbero promuovere una società sana e felice.
Trovo spassosissimo il fatto che la gente vada a messa, faccia il ramadan e altre amenità simili per poi violentare donne, rapire bambini, picchiare i deboli, guardare Italia Uno, etc. etc.

- "[...] dall'altra parte... l'idea che ho io del guerriero non è per forza sinonimo di violenza...la violenza è da inserire solo se necessaria ma il guerriero ha carattere e sicurezza e non per forza reagisce ad attacchi spesso gratuiti."

Questo è un pensiero interessante, tutto sta all' interpretazione che vogliamo dare del termine "guerriero".
Quella più ovvia riguarda colui che combatte, lo sa fare bene, lo fa come attività specializzata e così via.
Diciamo un soldato, a me vengono sempre in mente le formiche legionarie più che Conan il Barbaro.
Oppure parliamo di guerriero riferendoci a qualcuno che non molla e combatte metaforicamente contro una difficoltà, e questo in fondo ci riguarda tutti anche senza saper torcere un capello ad una mosca, o una cosa del genere.
In questo caso infatti la violenza non c'entra nulla e ci sono autentici guerrieri ovunque nel mondo.
Se però parli di non reagire ad attacchi gratuiti... allora parli di nuovo di questioni sociali tra Homo Sapiens.
In questo senso torno a ripetere che la pratica delle arti marziali porta senza dubbio ad una maggior conoscenza delle proprie capacità, in particolar modo quando si trattano le botte "vere", e di conseguenza ai benefici secondari quali il controllo delle emozioni, la sicurezza in sè stessi, la consapevolezza del grado di pericolo.
Il punto è che di base ci sia sempre e comunque la MATURITA' di una persona, e questo non lo insegna nessuna pratica.

- "Se come mi scrivi nella tua ultima risposta a furia di praticare krav, Kick boxing ecc si passa inevitabilmente per la fase aggressiva nella prima parte della propria esperienza con questi arti..questo comporta anche tutta una serie di emozioni negative ad esse associate è inevitabile che si entra in risonanza con tutti coloro che vibrano alle stesse emozioni di rabbia e aggressività e si finisce per avere certe esperienze. Diversamente chi vibra alle emozioni di pace entra in risonanza con le vibrazioni di pace (credo che tu comprenda i concetti a cui mi riferisco) e probabilmente non si trova in certe situazioni."

Ho riportato tutto il passaggio non solo per non decontestualizzarlo, ma perchè è un pò il punto focale di ciò di cui voglio parlare.
Hai perfettamente ragione, come si dice "chi va con lo zoppo impara a zoppicare".
Questa è saggezza popolare... ah, Italiana, non cinesoide :)
Se frequenti ambienti in cui tutti parlano di sgozzare galline, stuprare busti di gomma, combattere i palestinesi perchè brutti, cattivi ed invasori del legittimo terreno donato dal Signore (ci sono le fatture a dimostrarlo), strappare il cuore che neanche Mola Ram perchè un giovinotto ha fatto un apprezzamento... Finisce che poi ti ci convinci in un modo o nell' altro.
Allo stesso modo se vivi nella Confraternita delle Giovani Castorine gemellata con i Papa Boys, cantando celestiali nenie al suono di chitarra intorno ad un fuoco e in cui tutti mantengono il testosterone sotto controllo accoppiandosi promiscuamente come dei Bonobo... la tua visione del mondo sarà ben diversa.
L' ho buttata sul ridere ma il concetto, per me, è tutt' altro che stupido: io sono convinto che gran parte della violenza della società, fermo restando che la violenza sia un fatto naturale ed inevitabile di questo universo, sia dovuta anche al condizionamento dovuto all' assuefazione alla violenza perchè la si vede e la si sente raccontare.
In una favela i bambini crescono con un' idea del mondo; Nei cartoni animati Disney con un' altra.
Sto scoprendo l' acqua calda, ma vale la pena ricordarlo.
Potrei fare mille citazioni o raccontare aneddoti a riguardo ma penso che sia chiaro.

Detto questo il problema rimane: non siamo noi, singoli, a decidere come debba girare il mondo intorno a noi, che è ormai violento ed infame.
Possiamo scegliere di andare a vivere in una comunità di Orsetti del Cuore, un pò come in The Village... ma non mi sembra un' opzione valida.
Perciò resta la soluzione secondo me più sensata: accettare la cosa, fare il possibile per conoscerla, il possibile per non alimentarla e il possibile per non averci a che fare.
Il guerriero di cui parlavi dovrebbe essere questo, ma per conoscere ed evitare una cosa devi prima sapere come funziona.

- "Se per es. si vuole insegnare yoga a scuola per evitare situazioni di bullismo perchè i bambini si trovano spesso a non capire come gestire se stessi e gli altri avendo a che fare con adulti-non adulti che invece che essere da esempio sono più incerti e confusi che mai...creare ambienti rilassati, di meditazione sia con la pratica di arti marziali o di altre discipline potrebbe portare a tenere sotto controllo lo stress e altre tipi di emozioni negative. "

Scusa ma questa cosa dello Yoga insegnato ai bambini per evitare che diventino bulli mi sembra un pò campata per aria, mi auguro che non sia un' iniziativa avvenuta sul serio.
I bambini sono creature cattive per natura, proprio perchè non ancora incasellate negli schemi sociali: la loro realtà è più vicina a quella animale in cui il forte (per carattere o fisicità) prevale sul debole.
I cosidetti bambini iperattivi non si gestiscono imponendogli di stare le ore a meditare in posizioni Yoga... in effetti nemmeno tutti gli altri, si metteranno a ridere, correre, sbuffare, piangere... boh, proprio non ce li vedo.
Francamente io credo che i bambini e/o ragazzini dovrebbero essere indirizzati verso lo sport, possibilmente di squadra, possibilmente non il calcio, più che verso queste pratiche diciamo meditative.
E' come chiudere un leone in una gabbia per insegnargli a stare fermo... grazie al cavolo.
Non sono uno psicologo ma ho idea che l' educazione contro il bullismo non passi da qui: però sono abbastanza sicuro che per tanti ragazzini vittime del bullismo possa fare bene praticare sport e magari sport da combattimento, e non perchè così imparino a tornarle, piuttosto per come imparino a vivere diversamente il confronto (inoltre facendo una cosa considerata figa le ragazzine li considereranno più maschi ahahah).
Se rovesciamo il problema, i bulli esistono perchè ci sono vittime su cui rifarsi, lavorando sulle vittime si hanno risultati secondo me migliori.

- "[...]non credi che l'oriente abbia di buono la capacità di insegnare disciplina, autocontrollo, presenza ecc ecc..per es. lo yoga della risata mira a sdrammatizzare situazioni dove invece di reagire si potrebbe procedere con una risata e una stretta di mano...non credi che questo possa essere utile a tutti dai bimbi agli adulti? "

Sai cosa, nel leggere di "disciplina, autocontrollo, presenza" ho avuto per prima l' immagine dei Balilla.
Lo so che non era quello che intendevi, ricorda però che ciascuno di questi elementi non è prerogativa degli orientali o delle loro pratiche... e nemmeno di qualcosa di buono in senso stretto (e non parlo di politica, spero sia chiaro).
Certo possiamo citare i bambini giapponesi che vengono educati all' importanza della collettività fin dall' asilo, roba che a farlo qui da noi scoppierebbe un caso nazionale di violenza sui poveri bambinetti costretti a lavare i propri piatti, sistemare la classe in perfetto ordine, fare le pulizie et similia con tanto di servizio su Studio Aperto con la musichetta di violino e le mamme che gridano e si strappano i capelli.
Però quelli sono giapponesi e la cultura della collettività e la pressione sociale sono qualcosa di radicato nel senso civico generale, mica solo a scuola per imposizione.
Semplicemente la stessa cosa, con le stesse modalità, qui non funzionerebbe.

Lo Yoga della risata non lo conoscevo, comunque seppur io sia dichiaratamente ostile a qualsiasi cosa puzzi di new age non ti nascondo che per concetto dovrebbe avere la sua ora fissa in ogni scuola.
Senza dubbio la nostra società promuove il successo del singolo e la prevaricazione sugli altri, in Italia poi vi è la profonda cultura del fottere il prossimo ed essere considerati dei vincenti quando si riesce a farlo.
Perciò la vedo dura e alla fine anche una cosa del genere per quanto buona finirebbe per far felici solo quelli del Circolo della Risata, presi per il culo da "tutti gli altri".
In ogni caso la mia domanda è: perchè c'è bisogno dello "Yoga della risata"?
Mi spiego, perchè c'è bisogno di incasellare un' idea socialmente intelligente dandogli un aspetto esotico, un che di orientaleggante alimentando proprio il mito dei "saggi orientali"?
Credi che in India la gente comune segua per davvero certe pratiche?
Oppure è più sensato pensare che anche là ci sia il Circolo della risata con n persone dedite a questa pratica magari altrettanto snobbata o ridicolizzata dalla "gente comune"?
Sempre ammesso che il tutto non sia solo una trovata commerciale di origine americana, la qual cosa non mi stupirebbe affatto...
A me già il fatto di dover dare un nome a qualcosa che dovrebbe far parte del comune buonsenso non piace granchè.
A sdrammatizzare le situazioni, farsi una risata e magari stringere la mano al prossimo me lo può insegnare benissimo anche il simpatico vecchietto giù al bar che avendo passato la vita nei campi contro tutte le avversità della vita abbia scelto di prenderla bene... senza scomodare alcun santone.

In tutto questo discorso il mio punto di vista è molto semplice: il buonsenso, gli atteggiamenti socialmente positivi, il saper prendere la vita nel modo giusto, il puntare alla felicità e all' abbattimento dello stress, NON passano necessariamente da presunte pratiche e filosofie orientali.
Come ribadisco se hai una minima esperienza di viaggi in Asia (e parlo di viaggi in quanto le sensazioni che si hanno sul posto sono ben diverse da quelle provate guardando documentari o film) puoi farti un' idea di come la gente comune abbia gli stessi pregi e difetti di quella occidentale, semplicemente con contesti e culture diversi.
Nelle metropoli come nei campi con la gente che muore di fame, trovi la stessa infamia o dignità dei nostri paesi.
Non voglio parlare di monaci buddhisti (e non intendo cinesi di improbabili templi marziali), perchè quelli sono persone che hanno fatto scelte drastiche che non hanno nulla a che vedere con la gente che vive in città da noi.
E' bene non generalizzare sugli orientali prendendo a riferimento dei monaci buddhisti, perchè a quel punto potremmo dire lo stesso dei frati Cappuccini.
La filosofia del bene in fondo ci appartiene allo stesso modo, resta tutta una questione di saperla applicare con cognizione.

Buona giornata a te.

venerdì 5 dicembre 2014

Back again - considerazioni sulla popolarità (o meno) del blog

Era veramente da tempo che non scrivevo nè, per essere sinceri, mi interessavo minimamente al mondo delle arti marziali su Internet.
Pensate che giusto ieri mi sono ricordato di avere questo blog, l' ho riaperto giusto perchè ho ricevuto la notifica di un commento ricevuto.
Questo giusto per chiarire come stiano le cose, visto che per anni ho ricevuto accuse riguardo la mia presunta frustrazione marziale (ahahah!), voglia di mettermi in mostra (?!?) e altre amenità.

E così avendo a disposizione qualche minuto di puro cazzeggio sul web, capito dopo svariati mesi su di un noto forum nel quale nemmeno a farlo apposta trovo riportato un mio articolo, relativo nello specifico al Ninjutsu.
Sapevo perfettamente quali sarebbero state le reazioni, perciò non mi ha stupito nè interessato più di tanto leggerle tali e quali.
Non che questo mi renda in qualche modo più attendibile, maturo o intoccabile: diavolo penso di aver già spiegato abbastanza queste cose, tanto che mi fa solo sorridere l' aria piccata o saccente che al contrario continua a permeare le reazioni dei Veri Espertoni...

In fondo il pattern è sempre quello: io non conosco niente, quello che scrivo sono tutte falsità da ignorante, i miei giudizi non valgono nulla (soprattutto perchè non ho miei video da pubblicare, quindi non sono nessuno!), parlo male degli altri perchè sono un bimbo brufoloso che ha praticato "O' Caratè" a nove anni ma poi i bulletti pugili lo hanno picchiato, bla bla bla.
Nulla di nuovo e cosa più bella nulla che turbi minimamente la mia vita.
Qualche anno fa, e intendo prima ancora di iniziare a scrivere questo blog, sarei stato capace di rovinarmi la giornata per simili accuse: avrei replicato duramente innescando litigi virtuali, probabilmente finendo per fare quello che fanno tutti gli aficionados espertoni da forum: mediare una conclusione che accontenti un pò tutti, salvando la faccia degli "amici che praticano quel genere di cose ma sono amici e non posso sfotterli" e spiegando che "sì è tutto vero, ma io conosco Veri Maestri® che fanno le cose come si deve, sono ottime persone e saprebbero ammazzare a mani nude un Grizzly addestrato da un Seal sanguinario con la propria AMT!".

E invece la sensazione che provo è di indifferenza totale e me ne compiaccio perchè significa che mi sono liberato per davvero dai condizionamenti del fantastico mondo delle arti marziali.
Che bisogno c' è allora di tornare a scrivere qui, partendo proprio da quel post?
Beh, ci tenevo solo a sottolineare una volta di più quanto sia importante fare attenzione quando ci si avvicina a queste pratiche, e intendo le arti marziali tutte.

Ci si interessa di qualcosa di affascinante, non importa di quale stile o metodo si parli, poi ci si appassiona e si cercano informazioni.
E a seconda delle persone con le quali si viene in contatto si possono ricevere risposte più o meno credibili, opinioni più o meno sensate; Ci si rivolge agli "esperti", o quelli che si ritengono tali, e spesso si finisce ugualmente per dar credito e sostenere quelli che hanno più carisma o praticano ciò che ci piacerebbe fare.
Perdendo un pò di vista il punto che da anni cerco, con tono ironico o strafottente a seconda dell' umore, di sottolineare con le mie considerazioni: il senso critico.

Non ho mai preteso di essere io l' esperto di turno (il cielo me ne scampi!), ho sempre riportato le personali impressioni derivate da tutto quello che ho vissuto in questo campo, sottolineando quelle cose che prima mi sfuggivano proprio perchè la mia vista era annebbiata da luoghi comuni, condizionamenti di parte o mancanza di approfondimenti.
Naturalmente nemmeno quello che scrivo qui rappresenta la Verità: sono solo la mia esperienza e le mie osservazioni.
Chi vuole leggerci frustrazioni di un bimbo represso, libero di farlo.
Chi ci vede ignoranza per via di mie esperienze limitate nell' argomento specifico, altrettanto.
C' è persino qualche sprovveduto che più o meno velatamente mi ha eletto a paladino della "verità marziale", e anche a questi dico che non è cercando un altro leader che si trovano le risposte.
Ognuno deve far quadrare i propri conti, io sono ben lieto di aver sistemato i miei, anche se questo ha significato distruggere l' immagine romantica delle arti marziali che avevo fin da bambino e sostanzialmente smettere di praticarle con quello spirito.

Non date retta a nessuno se non al confronto, ai dati, all' obiettività.
Se una persona esperta e in buona fede vi dice una tal cosa, fate sì con la testa e poi ascoltate anche il parere di altre dieci.
Le persone amano raccontare fatti o esprimere giudizi spacciandoli per verità, siamo tutti fatti così: ma sono solo episodi ed ognuno vive e giudica le cose con parametri ed esperienze diversi.
Imparate a mettere i puntini sulle i, a costo di essere petulanti, avendo come unico e solo punto di riferimento l' obbiettività: è quello l' unico parametro di cui fidarsi veramente... a patto di saperlo valutare!
Ci dice che migliaia di persone si difendono ogni giorno grazie alla propria pratica, anche della più improbabile delle arti, ma che quella pratica spesso rappresenta una minima parte del successo.
Ci dice che milioni di persone praticano arti marziali convinte di essere spiritualmente e moralmente arricchite, ma poi nei fatti compiono nefandezze o gesti del tutto incoerenti nella vita di tutti i giorni.
E ancora ci dice che le tecniche, i metodi, i presupposti con cui si praticano gran parte delle arti marziali non hanno fondamenti scientifici; e quand' anche questo non sia importante, vengano vendute senza parlare chiaro riguardo a nessuno dei loro aspetti.
Perchè è di questo che parlo qui, e trovo sconfortante che dopo anni debba tornare a ribadirlo.

L' unica ragione per cui tengo aperto il blog, dopo averlo chiuso già una volta proprio per il disgusto provocato da certe reazioni, è sempre quello: ci ho scritto quello che avrei voluto farmi leggere quando ho iniziato la mia avventura in questo campo, e a qualcun' altro è tornato utile per fare le proprie riflessioni.
Se un bambino vuole fare l' astronauta perchè sogna di camminare sulla Luna, io penso che sia giusto spiegargli che non funziona come nei cartoni.
Dovrà studiare per anni cose pallose o che non c' entrino nulla, diventare prima un pilota dell' esercito, forse andare contro ad ideologie personali o morali, diventare una specie di robot con migliaia di procedure in testa, e chissà che altro.
E magari scoprendo che alla fine camminare sulla Luna non voglia dire un cazzo...
A me non interessa nulla se ciò che ho scritto sia popolare o meno: mi basta raccontare del mio viaggio verso la Luna.