martedì 25 ottobre 2011

Complessità contro semplicità

Stavo visionando l' ennesimo video sul tubo, tra l' altro di un sedicente maestro di wing chun di quelli convinti che il loro sia il vero stile, mentre il 99% delle persone fa una cosa completamente diversa e soprattutto inutile.
Vorrei fare una riflessione per sottolineare ancora una volta perchè questa "ostinazione" nel sostenere la validità degli sport da combattimento rispetto alle AMT (che poi non è nemmeno esatto, si tratta alla fine solo di "una cerchia ristretta di tecniche di combattimento e allenamento") sia così fondata.

Se assistiamo ed ascoltiamo attentamente la spiegazione di una tecnica di AMT, o di certe arti marziali in genere, è molto evidente quanta attenzione ci sia per i dettagli.
Il maestro di turno spiega quello che sta facendo con mille osservazioni ed esegue i suoi movimenti con grande precisione, chiamando in causa tutte le questioni fisiche, biomeccaniche e strategiche del caso.
Francamente spesso tutto torna, tutto è vero e giusto, poco da dire.
Con un però determinante: tutto funziona finchè provato al rallentatore e in modo collaborativo.
La classica parata da pugno diretto del Karate è un esempio banale: il movimento circolare del nostro braccio permette di intercettare il colpo diretto al nostro busto e lo devia verso l' esterno.
Effettivamente è così, i princìpi fisici vengono tutti rispettati.
Se non fosse che applicare un simile movimento contro un diretto tirato a piena velocità e potenza inizia a diventare davvero arduo; se infine diamo la possibilità al nostro compagno di tirare liberamente con finte e combinazioni appare del tutto evidente come una simile difesa debba essere assolutamente contestualizzata e non abbia nessuna applicabilità ragionevolmente significativa.
Vedevo questo pagliaccio che spiegava al suo allievo come parare un calcio basso con... la pianta del piede!
In pratica sollevando il ginocchio davanti a sè e piegando verso l' esterno il piede sosteneva di poter intercettare con precisione il collo del piede con la sua suola per poi contrattaccare con qualche miliardo di pugni o strani colpi.
Ricordo come questa parata molto scenografica sia stata usata da Bruce Lee in uno dei suoi film, una specie di chicca alla Ronaldinho tanto per sottolineare la padronanza tecnica... eh già fa molto figo tutto ciò!
Il problema, e lo dico senza nessuna sbruffoneria, è che tutte questi perfezionismi non funzionano in un combattimento vero contro un avversario vero.

Questo dannato e decantato "combattimento vero"...
Credo che gran parte dei malintesi dipenda proprio da cosa ciascuno intenda per esso: chi pratica AMT si indigna perchè sembra che i detrattori parlino solo di match sportivi o risse in discoteca tra puzzoni ubriachi e ragazzetti testosteronici, ma penso che ci voglia davvero poco a rendersi conto di come funzionano le cose nella famigerata "strada", che poi è proprio il contesto in cui dicono di specializzarsi.

Ma torniamo al discorso di prima.
Più ascolto il video e più mi diventa inconcepibile come si possa farsi abbindolare da tante baggianate e sofismi vari su quello che si sta studiando, che dovrebbe essere uno scontro violento.
Naturalmente lo capisco bene, ci ho perso un sacco di anni pure io: e proprio perchè è un' esperienza diretta mi rendo conto di come tutto nelle AMT funzioni, finchè i propri termini di paragone restano confinati nei limiti del programma tecnico, dello sparring leggero e dei confronti chiusi tra praticanti di livello medio-basso.
Chi si perde in tutti questi perfezionismi porta il suo interlocutore sulla propria lunghezza d' onda, e gli preclude la possibilità di agire liberamente (dopotutto si sta solo ragionando su una tecnica no?).
Ma questo è un grave errore che tutte le persone dotate di buonsenso ed intelligenza dovrebbero abituarsi a notare.
Non si tratta di mettere in discussione una parata, diciamo quella citata prima, semplicemente chiedendo di "provare forte": questo non ha senso, il maestro saprebbe comunque che colpo sta per ricevere.
Ha molto più senso vedere quanto quella parata è fattibile in uno sparring libero, in cui magari tra spostamenti, accellerazioni varie e finte, tra un calcio e una presa arriva anche un diretto al busto.
A piena velocità e potenza.
Ed ecco allora che tutti i miti cadono, e con tutta la buona volontà mi pare davvero ridicolo perdersi di nuovo in sofismi su come, quando e perchè questa volta quella parata non poteva essere eseguita.
E' inverosimile il tempo che i marzialisti tradizionali sono capaci di perdere ragionando su una fottuta parata!


Cosa rende invece altre pratiche più "efficaci"?
Anche questa parola è abusata e molto spesso fonte di malintesi.
In questo caso intendo dire che una cosa è più efficace semplicemente perchè ottiene statisticamente il suo obiettivo in molti più casi, in situazioni molto più libere ed improvvisate, con molte più persone di diverso livello.
Cristo mi sembra di aver scoperto l' acqua calda..
Quello che rende alcune pratiche più efficaci è il fatto che sono semplici, dirette e del tutto dimostrate nel contesto a cui sono rivolte (lo scontro libero ed aggressivo, full contact, tra due umani intenzionati a sopraffarsi l' un l' altro; regolamenti e sport vengono dopo e non inficiano necessariamente sul principio di efficacia).
Torno a sottolineare come senza essersi mai trovati in una situazione di scontro aggressivo, che sia un "semplice" match sportivo o una vera situazione di autodifesa, non si può capire certe dinamiche.
NON LE SI PUO' CAPIRE.

E così quando vedo il maestro del video che sostiene di fermare un middle kick con quella cosa non posso che sorridere ed arrendermi al fatto che la gente non sa di cosa parla.
Io a veder tirare certa gente i middle kick al sacco, mi viene male solo a pensare che li tireranno a qualcuno sul serio.
A veder parare con le mani i calci mi viene male a pensare a che fine faranno le dita o le ossa dei polsi.
A sentir parlare di "ginocchiatone" o "fum! fum! pam!" o colpi che "rompono la gamba" al volo mi viene solo da ridere e pensare che in fondo la sindrome di Peter Pan è una cosa diffusa tra i marzialisti.

mercoledì 19 ottobre 2011

Pessimismo e fastidio

Anche oggi un senso di profonda delusione mi attanaglia nel leggere deliri vari sui forum.
Oggi parliamo di un argomento che mi lascia davvero basìto per quanto sia stato portato avanti con vera convinzione; Questa cosa mi rende ancora più felice di essere uscito da tali ambienti e convinzioni che i marzialisti si ostinano a difendere a spada tratta, senza mai arrivare all' essenza pura e semplice del discorso, perchè la fisica, la natura e tutto ciò che accade è maledettamente più semplice e ovvio di quanto si voglia far credere.

Parlavano delle posizioni che tutti i marzialisti tradizionali si trovano a studiare per anni, proprio quelle posizioni così difficili ed innaturali, spesso associate a metafore sugli animali o sui draghi o sugli alpaca andini...
Quelle posizioni tanto perfette che se non hai il piede a 34° e 2' sud-ovest e la schiena allineata con lo zenit di Proxima Centauri non stai mica facendo quella giusta tramandata dagli antichi e quindi non ti stai allenando "come si deve".
Quelle posizioni che TUTTI, ma proprio TUTTI fanno dalla loro prima lezione di AMT, e vengono ripresi quando non le fanno abbastanza basse, o abbastanza aperte, o abbastanza STICAZZI, però poi leggi che no non è vero, sono solo delle posizioni di allenamento per "rinforzare il corpo" o per "capire i principi che stanno dietro".
Beh, detto per inciso a me sembrano tutte delle grandi scuse per giustificarsi, e lo capisco bene dal momento che chi le sostiene si è dovuto rompere le palle per anni a perfezionarle.

Poi questi grandi esperti li vedi dal vivo.
Li vedi esibirsi nelle loro forme artistiche e dici davvero "oooooh!" come i Puffi perchè diavolo sono veramente atletici e affascinanti da vedere!
Hanno allenato duramente queste posizioni e ora riescono ad esprimersi in queste figure complesse ed evocative.
Poi li vedi "combattere" e.... Toh! Dove sono finite tutte quelle posizioni che fino a due secondi prima rappresentavano l' impronta tipica dello stile, quello vero e autentico millenario?
Com'è che per "schivare un calcio" non si abbassano più nella "posizione del serpente" tutti lunghi lunghi con le natiche che toccano terra? Sbaglio o questa cosa l' avevano studiata nelle "applicazioni pratiche"?
O perchè non assumono una "posizione difensiva a tartaruga" tutti accartocciati perchè così si sa, la tartaruga si difende nel suo guscio e quindi anche un uomo facendosi a palla per terra non subisce più colpi decisivi?
Perchè studiano per una vita a tirare pugni allungando al limite la posizione con la bella manina al fianco, o calci che, sai, colpiscono esattamente il meridiano passante per l' ascella e provocano la morte in 34 secondi ma poi li vedi smanacciare e scalciare come scimmiette isteriche?

Macchè, eccoli esibirsi nella ormai consueta Simil Kick, tutti belli in piedi, tutti belli coperti, muovendosi alla cazzo non appena l' avversario li incalza con dieci pestoni di fila, ai quali col cavolo che reagiscono con parate formidabili o blocchi di pugni al volo...
Eccoli tirare i loro colpi che magicamente non hanno più niente a che vedere con quei bei movimenti stilizzati però guai a farglielo notare, che è solo colpa tua se non hai capito il senso che stava dietro a quella cosa.
Sì perchè tanto alla fine la scusa è sempre e solo quella: TU non hai capito, TU sei finito nella palestra dei cazzari, TU non ti sei allenato con il cinese quello vero, TU hai visto il 99% di quello che c'è in giro e che guarda caso è tutta merda mentre loro hanno sempre combattuto nel Mortal Kombat con quelle tecniche e non si capacitano di come non sia evidente il loro stile cinesissimo!

Li senti parlare di Sanda allenato parallelamente al Wushu... dico il Wushu! La più artificiale delle messe in scena, pura ginnastica da opera di pechino... e si ostinano davvero a vedere nel combattimento di Sanda le STESSE identiche cose..
Come dire che siccome so usare il joypad del Playstation allora so guidare allo stesso modo una Formula 1.
Mi fa sorridere quanto si sforzino di difendere l' indifendibile, sostenendo argomentazioni che non rispettano gli assunti basilari dell' apprendimento e della logica... ma soprattutto del comune buonsenso.

Leggo queste discussioni per sollazzo ma non posso far a meno di restare indignato davanti a tanta mancanza di onestà e umiltà, quella decantata da queste pratiche orientaleggianti.
Piace a tutti parlare di combattimenti memorabili con esperti picchiatori, ma sarebbe divertente vedere questi personaggi dal vivo in "scontri liberi" contro pugili o lottatori.
La verità è che questa gente si caga sotto alla sola idea di fare i guanti con un pugile, ma anche se capitasse troverebbe mille scuse sul perchè e il percome le mirabolanti tecniche cinesi non hanno efficacia contro uno stupido sportivo suonato e macho: una volta sono i guantoni, una volta sono le regole, una volta è il fatto che combattono solo per la vita, una volta è la condizione fisica non al meglio...
Raccontano di aver battuto gente della Thai o persino delle MMA con facilità... naturalmente negli sparring, sia mai che si parli di match full contact, roba che non hanno nemmeno idea di dove stia di casa.
Scommetto che la sola adrenalina pre-match farebbe desistere molti di questi sedicenti espertoni. Scommetto tutto quello che volete che al primo destro preso in pieno tutta la cultura cinese sugli animaletti del bosco, lo stile del paguro ubriaco e le cinque dita che se ti colpiscono muori, tutti i loro anni spesi a perfezionare la forma autentica della pergamena segreta, tutte le loro elucubrazioni su angolazioni perfette, sensibilità tattile, yin, yang e cazzi e mazzi andrebbero all' istante a farsi benedire.
Parlano di combattimento ma ragazzi, il combattimento è solo ed esclusivamente quello full contact, il resto è sparring, ma è del tutto impossibile farlo capire a chi non è disposta a rimettersi in gioco.
E sapete qual' è la cosa più triste? Che magari qualcuno di loro li ha fatti per davvero dei match, full contact pure. E come tutti avranno usato le solite tecniche e strategie degli SDC, ma sono sempre capaci di rigirare la questione sostenendo che no, erano tutte cose proprie dello stile cinesoide!

Leggevo anche di un tizio dall' arroganza fuori dal comune che sostiene di essersi confrontato da sempre con atleti degli sport da combattimento più disparati e averli praticamente umiliati grazie al suo stile.
Beh, tutte parole al vento, le mie, le loro, di tutti: il bello di questo mondo è che ci si può ricamare un bel vestito fatto di ego senza mai darne dimostrazione,  prendendo le scuse più disparate.
I fatti che contano sono quelli dimostrabili, non le storie che ognuno si racconta.
Sapete una cosa? Io sono stato campione Nazionale del mio stile, in tutte le specialità. Ho anche combattuto più volte, arrivando terzo ad una competizione con i più bravi praticanti italiani.
Mi è capitato di difendermi per strada usando una sola mano (dico: una sola mano contro un colosso).
Ah, ho anche viaggiato all' estero incontrando i più alti esponenti dello stile, salutandoli per nome.

Potrei pubblicare un bel curriculum con tutte queste cose, o raccontarlo in giro e pensate, sarebbe tutto vero!

Poi ci metto un pò di umiltà, un pò di onestà e tanto buonsenso.
Ho vinto i nazionali in una gara di 4 gatti, in cui il livello medio era a dir poco infimo.
Sono arrivato terzo in quanto ripescato per mancanza degli atleti, dopo aver perso tutti i miei incontri di light contact.
Mi sono difeso allontanando il tizio che cercava rissa e andandomene via.
Ho partecipato a stage esteri con mille altre persone che salutavano tutte il simpatico maestro poco avvezzo alle formalità.
Bene, ora quale versione mi rende più micidiale e rispettabile?

martedì 18 ottobre 2011

Fate l' amore facendo la guerra!

Ora che ne sono uscito continuo ad interrogarmi su questo aspetto delle AMT che per anni ha rappresentato una sorta di credo ma che in verità non mi è mai stato ben chiaro:

Perchè nelle AMT si sostiene il valore della pace e dell' unità tra le persone e.. fondamentalmente si studia come ammazzarle nei peggio modi o come difendersi da criminali assassini?

Capiamoci, se il luogo comune vuole che chi pratica AMT sia "saggio" e "avulso alla violenza" una qualche motivazione deve esserci, una qualche idea generalizzata che ha superato i confini delle palestre.
Ma in effetti viene da chiedersi perchè uno dovrebbe essere particolarmente sensibile a questi problemi sociali in quanto praticante di... arti di combattimento che oltretutto, a detta dei praticanti più quotati, si distinguono dagli SDC proprio perchè sviluppate per uccidere in battaglia e affrontare aggressioni mortali.
Non trovate più civile e sensato un confronto sportivo?
Non è forse lo sport ad essere considerato uno dei maggiori veicoli di buoni valori morali e sociali?
Non c'è forse più rispetto tra due atleti che si sfidano per poi abbracciarsi a fine incontro, piuttosto che in maestri caposcuola che non fanno altro che sputarsi addosso veleno e in passato si affrontavano in duelli mortali per prevalere gli uni sugli altri?

L' umanità è davvero curiosa e i fenomeni sociali altrettanto: quando si parla di un popolo che ha combattuto unito (grazie alle AMT!) per difendersi dagli invasori allora piace sottolineare quanto sia stato unito e valoroso.
Se però iniziamo ad addentrarci nei dettagli, si scopre subito che nel popolo stesso ci sono faide interne e odio atavico. E più scendiamo nella scala dei numeri e più ci accorgiamo che anche nelle stesse famiglie la gente si odia e si ammazza.
Non mi sembra niente di anormale, per fare un parallelo azzardato ma molto chiaro è come parlare di Italia unita quando tutti guardano la nazionale di calcio ai mondiali, ma poi ognuno tifa per la sua squadra del cuore, poi per quella della città in cui abita, poi per quella del paese, infine per sè stesso e basta, odiando e schernendo tutti gli altri.

Per anni anche io ho dovuto sorbirmi questo lavaggio del cervello fatto di presunti buoni valori imposti da regolamento, salvo rendermi conto soprattutto alla fine della mia esperienza di quanto poco siano messi in pratica.
Eppure ai marzialisti piace un sacco tirare fuori questa palla ogni volta che torna loro comodo.
Mi sento un pò tonto perchè ero arrivato al punto di crederci davvero e cercare di diffondere io stesso questa idea, e così quando la signora dal panettiere affermava con piacere di come "nelle arti marziali non si insegna ad essere violenti, le fa anche mio nipote!" io annuivo languido come un orsetto del cuore.
Poi andavo in palestra a farmi raccontare come spaccare dita, gambe, braccia, strappare occhi, spezzare le carotidi, colpire per uccidere in caso di difesa, fracassare crani a manate, schienare ragazzine per il piacere di deriderle o far esplodere organi interni con colpi tirati come si deve...

martedì 11 ottobre 2011

Ieri e oggi

Una delle cose che si notano per prime nei praticanti di AMT quando provano a fare sport da combattimento, è la profonda differenza di impostazione che hanno nel tenere la guardia e nell' eseguire i colpi.
Io per primo mi sono ritrovato spiazzato la prima volta che mi sono allenato in modo "sportivo", ma non tanto per la differente impostazione quanto per la ragionevolezza della cosa.
Chi pratica con convinzione arti tradizionali di solito sottolinea il contesto diverso a cui si rivolgono i mortali stili orientali, fatto di difesa per la vita nei peggiori bar di Caracas (o Beijing vabbè), scontri uno contro dieci o posizioni che canalizzano le energie vitali al meglio (?!?).
E' molto facile credere a queste presunte verità dal momento che nessuno si premura di testarle realmente, senza contare il fascino esercitato dall' alone di superiorità in scontri mortali che permea queste spiegazioni.
E poi dicono che sono gli sportivi a voler fare sempre i macho e i superiori...

Comunque dicevamo, io rimasi piuttosto colpito da come l' impostazione della semplice guardia avesse ragioni dimostrate e dimostrabili rispetto a quelle tradizionali.
Non parlo della classica posizione gamba avanti piegata - gamba dietro tesa che ha talmente poco senso in combattimento da non meritare nemmeno un' analisi: mi riferisco alla semplicità d' intenti nel mantenere una posizione che consenta di attaccare e difendersi nella maniera più semplice, rapida e sensata possibile.
Tutto mi veniva spiegato in due parole, e dimostrato seduta stante. Ok ai vari regolamenti specifici in gioco (la guardia della lotta è diversa da quella di solo striking), ma per me era sorprendente scoprire con tanta banalità cose che prima credevo di sapere già.
Nelle AMT si "stava in guardia", magari assumendo strane posizioni con le mani (che facevano una bella scena!) senza che nessuno spiegasse veramente il perchè in maniera convincente. Si stava così, punto.
La massima espressione di competenza data era "tieni su la guardia" nel libero, fermo restando le domande che uno continua a farsi sul perchè quando studio l' arte mortale faccio in un modo e quando poi provo qualcosa di libero devo fare altro. Ma siamo al solito discorso...

Mi capita ancora di incontrare amici marzialisti che non hanno davvero la più pallida idea di come "proteggersi dai colpi", o come "colpire in modo incisivo e potente", o come "spostarsi agilmente senza scoprirsi troppo".
Sì perchè non sto parlando di fare per forza quello che faccio io, parlo solo di dare un senso logico a quello che già fanno, tornando a bomba sulla realtà di fatto che se combatti in modo libero presto o tardi ti ritrovi a fare un certo tipo di cose, altro che posizione del cavaliere e colpi mano al fianco.
E' abbastanza chiara la loro sorpresa quando notano che gli si entra con estrema facilità, che il loro saltellare in giro non porta a nulla o che i colpi tirati a piena potenza non sanno proprio cosa siano.
Non parliamo poi della questione lotta, nonostante pratichino stili che affermano di trattarla o di... non porsi il problema perchè tanto risolvono tutto prima!
Si scoprono totalmente privi di opzioni non appena ci si finisce, e quelle che ritengono di avere e di aver allenato non sanno svilupparle al di fuori dell' esercizietto preparato.

Sono sempre più convinto che le AMT siano bellissime e piacevoli attività culturali ed artistiche ma che sia davvero troppa la carenza fisica e tecnica che le distanzia oggi dagli sport da combattimento.
E' interessante notare come proprio gli sport da combattimento derivino dalle arti marziali tradizionali, ma di quale sia la tendenza delle persone che scelgono di dedicarsi all' una o all' altra cosa.
In una palestra in cui si fa pugilato, muay thai o brasilian jiu jitsu non si presentano mai signore attempate, ragazzine fashion o impiegati grassocci con il desiderio di "imparare a difendersi".
Anche poste davanti ad una chiara scelta, questo genere di persone rifugge proprio l' idea di faticare pesantemente sudando e tirando al massimo i propri limiti, non ha intenzione di combattere con qualcuno nemmeno in modo leggero ma è in cerca delle famose "mosse" che senza fatica permettono di mandare a nanna Bruto (senza spinaci).
Al contrario chi oggi sceglie di praticare sport di combattimento, o abbandona i corsi di AMT per la troppa leggerezza degli allenamenti e distanza dalla realtà, è gente che vuole imparare ad applicarle le cose, e se anche fosse solo per fare ginnastica è in cerca di qualcosa che faccia faticare davvero, porti a risultati tangibili nel giro di qualche mese.

Se un tempo chi praticava arti marziali erano i "guerrieri" o quelli che volevano "imparare a combattere a costo di grandi sacrifici", e chi voleva solo fare ginnastica andava a fare "sport"... beh oggi pare proprio che la situazione si sia invertita.

martedì 4 ottobre 2011

I film di arti mortali

Stavo riflettendo sull' immagine che viene data delle arti marziali nei vari film.
Non nascondo di essere anche io un appassionato di questi film, anzi meglio dire che... lo ero. Infatti se fino a qualche anno fa adoravo il genere e i combattimenti coreografati, ora non posso fare a meno di restare un pò indignato dalla quantità di castronerie che vengono diffuse da queste pellicole.

Attenzione, non voglio affatto sminuire il loro valore di intrattenimento, solo far presente che i film contribuiscono in modo decisivo alle aspettative di un neofita.
Chi non sa nulla di arti marziali resta affascinato dalle coreografie dei combattimenti, e questo mina in modo pesante quello che si aspetta di imparare iscrivendosi ad una palestra.
Oggi poi l' abuso degli effetti speciali ha cambiato il modo stesso di girare le scene, così quelli che si muovono sullo schermo spesso non sono nemmeno veri esperti, o la loro abilità viene ampiamente esagerata grazie a scene accellerate o cavi invisibili.

Ma parliamo di una cosa più semplice: vedo una coreografia in un bel film, mi informo e scopro che il tal attore pratica Wushu (faccio un esempio).
Siccome usa tecniche davvero fantastiche decido di iniziare a praticare il Wushu, voglio imparare anche io quello stile, quelle tecniche, quelle abilità!
Cerco in una delle innumerevoli palestre e infine trovo un maestro vero e riconosciuto che insegna proprio il Vero Wushu! Fantastico!
Il problema nasce dal fatto che per quanto io possa praticare, non mi insegneranno MAI quelle tecniche, quel modo di muoversi... diciamo quel modo di combattere.
Non vorrei sembrare stupido, l' osservazione è più sensata di quanto sembri: le arti marziali tradizionali proprio perchè profondamente incasellate in rigidi schemi e "programmi tecnici" non lasciano affatto la libertà di esprimere un combattimento così libero ed "improvvisato", anche se stiamo parlando di coreografie da film.
Vorremmo dire che imparando a memoria delle figure predefinite o degli esercizietti a coppie poi saremmo in grado di combattere in quel modo?
Francamente già da ragazzino mi chiedevo che diavolo facessero i vari Jackie Chan, Jet Li e compagnia bella anche solo per ideare le loro coreografie: di certo non praticavano nella maniera che qui viene spacciata come "tradizionale" nè passavano tutto il loro tempo a ripetere la forma dell' orangutan ubriaco (ps: entrambi questi attori tra l' altro facevano una preparazione fisica mostruosa, altro che 5 minuti di corsetta in tondo ed esercizi per accumulare l' energia dell' universo..).

Senza contare poi una realtà che a TUTTI i marzialisti convinti non riesce proprio ad andare giù: il combattimento tra essere umani funziona in tutt' altro modo.
Siamo tendenzialmente (e anatomicamente) predisposti per colpirci con le mani aperte con colpi circolari e soprattutto per lottare, aggrapparci, tirare e strappare: persino il fatto di avere mani perfettamente prensili suggerisce la lotta come nostra intima natura.
Il problema quindi non risiede nelle affascinanti movenze tecniche degli stili cinesi, che hanno una loro logica, quanto nel fatto che affrontare in quel modo una persona che combatte enfatizzando le nostre abilità innate è semplicemente uno scontro impari.
Quello che vediamo nelle appassionanti coreografie dei film di kung fu è un modo di combattere assolutamente falsato, non nel senso che è esagerato, ma che non è proprio possibile, non ha nessuna base logica nè si può mai essere verificato nella storia.
Inutile dire che sia solo scena, peccato che anche nelle decantate demo quello è il modo di pubblicizzare l' arte e di affascinare il pubblico (solitamente chi adora queste rappresentazioni si indigna nel vedere incontri di lotta o di pugilato), nonchè ciò che i maestri amano raccontare agli allievi per plagiarli.
Tutto il Wushu di questa terra finisce nel nulla nel momento in cui l' avversario ci si aggrappa addosso, tutti i colpi della scimmia Rhesus, del alca impenne e del pinguino di Magellano perdono di senso quando una "scimmia impazzita" si mette a tempestarci di manate rabbiose!
Se poi scendiamo nel dettaglio è evidente che quei colpetti che vediamo in quei lunghissimi combattimenti non hanno ragione d' essere se non per far scena ed allungare il brodo.

E così le favolose coreografie dei film, che tanti ingenui praticanti hanno attirato nelle palestre, finiscono per restare un sogno inespresso e irraggiungibile.
A volte sento gente che lamenta la presenza di regole degli sport da combattimento, sostenendo che nel kung fu si possa fare tutto senza limiti.
E' vero.
Nelle dimostrazioni si può proprio far funzionare tutto, esattamente come nei film...