mercoledì 17 agosto 2011

Le fotografie

Forse ne avevo già parlato in passato ma vorrei tornare nello specifico su questo argomento: le fotografie in pose plastiche che i marzialisti adorano farsi fare.
Proprio in questo periodo di volantinaggio la cosa mi è tornata in mente con violenza, vedendo ogni sorta di posizione immortalata su carta o postata nei siti internet per promuovere i vari corsi.
Anche questo aspetto è caratteristico e rappresentativo del culto dell' immagine nelle AMT, perchè se posso accettare il senso artistico o evocativo di una foto in posa "marziale", nulla di tutto ciò indica una qualsiasi abilità nel campo: qualsiasi pincopallino in effetti può fare bellissime foto in posa.
Un conto è un' istantanea fatta durante un match, durante una prova di abilità o durante un allenamento; Ben altra cosa è una foto cartolina di un imbecille nella posa dello Stambecco con la faccia tutta seria o di uno che grida incazzatissimo mentre tira un calcio in volo ad un presunto avversario (bello immobile sul posto).

Conosco persone che non saprebbero far male ad uno scricciolo ma ad ogni occasione si fanno fotografare assumendo posizioni del tutto innaturali o maneggiando armi da taglio che non sanno usare, il tutto per esaltare il loro ego e rimpolpare l' album su Facebook, nella recondita speranza che qualche ragazzina giovane e procace si presenti in hotpants ai suoi corsi, mangiandolo con gli occhioni grandi grandi perchè dalle foto sembra un vero guerriero esperto!

Naturalmente ammetto di aver avuto anche io il mio passato di foto in posa (del resto facevo AMT), cose che a vederle oggi mi fanno vergognare: non voglio esagerare, anche perchè spesso queste fotografie si fanno con leggerezza, ma non scommetterei sull' ironia di proprio tutti quelli che amano questo tipo di manifestazioni.

Ricordo uno stage in cui una volta finito l' allenamento vedevi i soliti personaggi correre a destra e a sinistra chiedendo di farsi fotografare.
Decidevano la posa plastica e poi ci si mettevano per tutta la durata dello scatto: vorrei far notare che le persone medie sono solite impiegarci dai 10 ai 30 secondi prima di premere quel dannato pulsante (curandosi di non far sapere se hanno già scattato fosse anche per il gusto di lasciare immobili come degli ebeti i soggetti), al che senti i malcapitati chiedere come ventriloqui "Hai fatto? Dai che non so quanto ancora possa mantenere la posizione...".

Capito? Tutta scena, quelle cose le sanno fare solo fermando il mondo.
Posizioni che non rappresentano un bel nulla e non danno nessuna indicazione dell' abilità o meno del praticante.
Foto "artistiche" che nella loro testa sono testimonianze del loro valore, della loro abnegazione alle nobili arti mortali, "Io faccio arti marziali e sono un guerriero saggio e micidiale, ecco le prove".

L' apice però si raggiunge con le foto in movimento.
Ora, come già citato certi scatti andrebbero fatti da gente capace, con attrezzatura adeguata e con soggetti... preparati.
La moglie cicciona dell' amico di famiglia che con la sua compattina da Dixan voglia immortalare un inetto mentre esegue un calcio-il-più-alto-possibile, farebbe bene a riconsiderare la cosa...
Invece no, eccoli che provano venti volte lo stesso calcio, rischiando di spaccarsi l' osso del collo o dislocarsi l' anca ad ogni tentativo, mentre fissano il proprio piede che volteggia nell' aere e il compagno, che si trova ad una ragionevole distanza di sicurezza, mima espressioni di dolore come in un film di Stallone.

Ho in mente una fotografia di un tizio che conosco, mentre tira un calcio frontale... sopra la sua testa (i lampadari sono noti bersagli tradizionali).
La fotografia in sè non è malvagia: diresti "Oh guarda come tira in alto questo signore, deve essere proprio uno abile ed esperto!".
Il senso è proprio questo, ne sono consapevole.
Però io c' ero quando è stata fatta, e so quante diavolo di volte ha provato quel "calcio", naturalmente lanciando la gamba verso l' alto come una majorette, mica tirandolo come si dovrebbe per danneggiare un bersaglio.
So quanti scatti sono stati fatti perchè non veniva abbastanza in alto, so quanto sforzo ha fatto per "tirare" quella tecnica che naturalmente esegue giusto per le foto sia perchè non ha senso sia per non rischiare di farsi male da solo.
Ho visto come fissava con convinzione il proprio piede e mi chiedevo se si rendesse conto che guardare i propri piedi e pugni è uno degli errori più tipici dei principianti, e lui dall' alto del suo grado ventennale questa cosa la manifestava ancora.

Di aneddoti ne ho molti altri, anche miei.
In un' altra occasione andammo da un fotografo professionista amico del maestro proprio per fare delle belle foto, il che non ha nulla di sbagliato se non fosse che, pur di apparire abili e preparati (?), durante tutta la sessione ognuno di noi si sforzava di fare posizioni e colpi innaturali: calci altissimi con l' avversario ad un metro, facce incattivite, posizioni bassissime sulle gambe piegate, movimenti al rallentatore per facilitare gli scatti...
Ho in mente anche il classico calcio laterale saltato, autentica icona nelle arti marziali.
Eseguii quel colpo su di un compagno immobile (ovviamente) prendendo una rincorsa di qualche metro per poi saltare e appoggiargli il piede sulla mano, tenuta vicino alla sua testa.
Non era niente di speciale a dire il vero ma l' abilità del fotografo unita al fatto che un inesperto crede che abbia saltato a quell' altezza sul posto ne fece un perfetto esempio di fotografia con cui poi ci si può bullare con gli amici, se si è abbastanza pieni di sè.
Ammetto anche la mia piena colpevolezza di ragazzino quando molti anni fa, con in mano la mia prima macchina fotografica, feci un sacco di autoscatti in divisa nelle pose più ridicole e con le facce più tamarre che potessero riuscirmi!
Ma se posso giustificare i ragazzini un pò invasati, mi riesce molto più difficile tollerare oggi le stesse identiche fotografie ostentate da adulti che si professino maestri di vita e di umiltà, e che potete vedere in decine di siti web.

Le fotografie in posa non dimostrano nulla, sono puramente artistiche.
Non che questo sia sbagliato: lo è invece lo spirito con cui questa gente le vive e soprattutto le ostenta come pubblicità, cercando di far presa sulle ragazzine procaci che sognino di diventare eroine da telefilm...
Immagine.
Apparenza.
Falsità.

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