martedì 14 giugno 2011

Epilogo dell' aneddoto III - Deliri di onnipotenza

Come anticipato andrò a raccontare come si è evoluta la situazione finale descritta nel post precedente.
Queste informazioni mi sono state date da un amico che come me frequentava la palestra a quei tempi ma a differenza mia scelse di continuare, nonostante tutto, a seguire quel maestro.

E' doverosa una premessa per capire meglio la sua posizione.
Lui è un appassionato di arti marziali che non si è mai fatto tante pippe mentali su quanto fosse autentico/efficace/realistico/credibile/etc. quello che faceva, nel senso buono della cosa: gli piacciono le arti marziali, si è trovato bene nel gruppo, è diventato amico di tutti e quindi gliene fregava relativamente di cosa si facesse in allenamento, che alla fine era più una scusa per fare attività fisica e incontrare gli amici (tra cui proprio il maestro).
Non è mai stato un fenomeno tecnicamente ma ha sempre praticato con passione e soprattutto è sempre stato un "collante" nel gruppo per la sua simpatia e ironia.
Ha sempre riconosciuto i suoi limiti e non gliene fregava nulla, e io lo stimo molto.

Detto questo, lo rividi dopo un pò di tempo dalla seconda scissione e mi feci raccontare come stava proseguendo il gruppo.
In pratica mi disse che il maestro aveva deciso di proseguire con uno degli altri allievi stranieri che si erano staccati dopo l' esame "fasullo", in modo da poter continuare una sorta di collaborazione coerente con quanto fatto fino ad allora.
Non era chiaro però cosa facessero dal momento che a tutti gli effetti, ormai, non erano più autorizzati a praticare lo stile ufficiale.
Il bello è che grazie a questo nuovo cambio il nostro (ex-) maestro si prese la libertà di autoassegnarsi il grado tanto desiderato, ottenuto a questo punto con un esame non ufficializzato e comunque non per quel livello.
Come dire "Ho sostenuto l' esame per il grado '4' dell' arte marziale 'Pippo'; Non mi hanno assegnato questo grado, ma siccome io mi sento tanto bravo decido che quell' esame mi valga il grado '4' nell' arte marziale 'Pluto'... che abbiamo appena inventato!".

Un' altra ragione per schifare il sistema delle cinture, visto che esse non hanno alcun significato se non nella testa di chi si ostina a considerarle degli status symbol.

Quindi nel gruppo continuavano a fare più o meno le stesse cose ma senza più nemmeno l' ufficialità di praticare uno stile autentico e riconosciuto.

I fatti più raccapriccianti però erano altri e quando me li ha raccontati sono rimasto veramente allucinato.
Infatti il maestro, in un vero delirio di presunzione, pretendeva che le cinture nere rimaste partecipassero regolarmente ad un corso istruttori, a pagamento, per imparare altre forme "di livello superiore" e ripassare quelle dei principianti (eccerto, mica devi imparare ad insegnare o a gestire un allenamento in un corso istruttori...).
Il suo obiettivo dichiarato era quello di mandare loro ad insegnare alle cinture bianche, perchè cito testualmente "A questo livello dovrei insegnare solo alle cinture nere".
Dio, che umiltà!
Anni e anni a riempirsi la bocca di paroloni quali uguaglianza, umiltà e passione per poi fare queste uscite!
Ah! I saggi valori delle Arti Marziali Tradizionali!

Per non parlare del corso allievi che ancora stava tenendo, ritagliato in una palestra in cui le arti marziali non c' entravano nulla, ad un prezzo al limite della rapina e per il quale "consigliava" di pagare almeno il trimestrale.
Il mio amico lavora in proprio e si faceva già allora centinaia di chilometri al giorno, partendo alle sei del mattino e tornando spesso alle nove di sera: e nonostante questo faceva il possibile per presenziare anche in palestra.
Aveva fatto presente che quegli orari erano un problema, ma che comunque avrebbe fatto di tutto per riuscire a presenziare con il minor ritardo possibile.
Aveva chiesto di poter pagare solo gli allenamenti effettivi, vista l' impossibilità di garantire la presenza fissa.
La risposta? NO, non si può...
Senza contare che pur avendo già pagato il corso istruttori, per motivi di lavoro non era riuscito a presenziare nemmeno una volta, visto che oltretutto le lezioni si tenevano la domenica mattina per comodità del maestro.
Naturalmente di rimborsi non se ne parlava.

Ora ditemi se questo non sia essere degli stronzi ingrati.
Non sto parlando di un corso ufficiale di chissà quale ente nazionale, no!, sto parlando di un ritrovo di quattro gatti in cui uno pretenda soldi e disponibilità anche verso un amico che gli ha fatto millemila favori e ancora lo sostiene nel suo fottuto ruolo di maestro di AMT;
Il tutto senza nessuna ambizione nascosta, senza nessun doppiogioco, senza nessuna pretesa, e poi per che cosa?
Per farsi insegnare qualche fottuto balletto circense da imparare a memoria per poi essere mandato in giro a divulgare la loro "antica" e "verissima" arte?
E soprattutto tutto questo dopo aver sputtanato per anni quelli che si dissociavano per fondare nuovi stili o che facevano i "commercianti" o che insegnavano cose "non autentiche".

Detta così sembra di parlare del più infimo e truffaldino dei maestri ma vi assicuro che qualche tempo fa (prima della scissione numero uno) godeva di buona stima e nell' ambiente era considerato uno di quelli onesti, anche da parte mia.

Anche stavolta veniamo al colpo di grazia.
Nel frattempo, forte della sua posizione di maestro ormai navigato (?), portava avanti l' insegnamento per permettere alle cinture nere rimaste di conseguire anche i gradi successivi.
Ma non avendo più un programmino bello che pronto a cui affidarsi, cominciò a decidere a sua discrezione che cosa richiedere agli esami.

La preparazione delle sue cinture nere consisteva, naturalmente, soprattutto in forme di posizioni, esercizi recitati a coppie e... nozioni teoriche e storiche.
Ora, con tutto il rispetto io ho sempre pensato che il mio ex-maestro avrebbe dovuto dedicarsi esclusivamente agli aspetti culturali-folcloristici delle arti marziali, visto che non gli nego la passione per la ricerca in questo campo (tutte quelle cose di meridiani, medicina cinese e compagnia bella).
Ma nel momento in cui obblighi i tuoi allievi a fare altrettante ricerche o a dare tanta importanza a questo aspetto peraltro tutto da dimostrare, penso che non stia più parlando di arti marziali.
Perchè non puoi pretendere che il povero cristo del mio amico che si fa dodici ore di lavoro al giorno e non è un laureato butti nel cesso il suo tempo libero per fare le ricerchine che piacciono a te, sulla base di una tua scelta.
E sia chiaro: al mio amico non gliene fregava un bel nulla degli esami.
Ha sempre dichiarato apertamente di andare in palestra a divertirsi senza pretese.
E allora perchè insistere col lavaggio del cervello?
Perchè obbligare una persona a prepararsi per qualcosa che non gli interessi fare?

Altri allievi stavano comunque preparandosi per questo fantomatico esame.
E lì mi è cresciuta soprattutto la rabbia nel constatare la merda che veniva messa in testa a questa gente da una persona che, forte di un certo carisma e giocando sull' amicizia, voleva soltanto sentirsi un vero maestro.

I suoi esami erano suddivisi in tre sessioni con argomenti diversi: una dedicata esclusivamente alle forme, una per gli esercizi in coppia e la "difesa personale" (argh!!!) e infine una di sola teoria e ricerca.
La commissione d' esame era formata dal maestro stesso e da suo fratello, un altro totale impedito nelle arti marziali ma che in virtù di tanti anni di pratica (in una disciplina diversa e ancora più  ridicola) era considerato competente per giudicare.
Non so se sia chiara l' assurdità della cosa.
Da notare che al fratello aveva pure assegnato la cintura nera "ad honorem" in quello stile.
Così, per simpatia.

Io ero senza parole nell' apprendere queste cose, roba da presentarsi all' esame giusto per mandare a cagare tutti pubblicamente.

Sulla sessione di forme poco da dire, tanto so bene quanto il maestro tenesse al lato puramente cinestetico della cosa: mai una singola applicazione spiegata e dimostrata...
La parte di esercizi a coppie prevedeva, oltre alle solite cazzate predefinite e ripetute a pappagallo, anche delle "tecniche di difesa personale" che ogni esaminando doveva inventarsi.
Naturalmente levatevi ogni idea di realismo in merito, parliamo di quelle combinazioni tipo "Io ti prendo al collo e tu fai dieci prese, controprese, calci saltanti e grida stridenti finchè non fingo di essere morto".
Inventare tecniche di difesa... roba da matti.
Gente che non allenava nemmeno le tecniche universalmente riconosciute ed efficaci, ma che doveva inventarsi scenette artistiche che piacessero abbastanza al maestrone.
Il tutto senza alcuna cognizione dell' argomento.

Il mio amico fece la sua sessione, ma il fratello del maestro giudicò appena sufficiente la sua prova "Perchè mancava convinzione e i calci non erano proprio alti e fatti bene".
Io restai basìto perchè non riuscivo a concepire come un demente col culo grosso come un barile quale era potesse permettersi di fare queste osservazioni senza dimostrare di far di meglio.

La parte teorica come dicevo consisteva in una ricerca, una tesi da presentare alla commissione: roba che fa molto universitario ventiseienne appassionato di cultura orientale ma se permettete non ha nessun senso per persone con la terza media che consciamente ripetono solo a memoria la particina studiata per poi fregarsene bellamente.

Ciliegina sulla torta il fatto che l' esame veniva registrato su videocassetta e spedito all' estero all' attenzione degli altri maestri per essere autenticato.

Che dire?
Ho perso i contatti con l' ex maestro, ma fino a poco tempo fa vedevo ancora la sua locandina pubblicitaria sul sito di un ente sportivo, in cui promuoveva il suo corso ed un altro di difesa personale femminile.
Solo a pensarci mi viene la pelle d' oca.
Poi qualcuno si chiede perchè venga voglia di entrare nelle palestre e sfidare i sedicenti maestri, altro che palle di rispetto e formalità.

Il caso che ho raccontato sembra davvero limite ma bisognerebbe conoscere le persone e vivere queste situazioni per rendersi conto di quanto sia sottile il confine tra plagio ed onestà, tra competenze dimostrabili e capacità presunte.
Dovrei fregarmene e lasciar fare considerato che ognuno è libero di fare ciò che lo appaga: però un pò soffro a pensare agli amici che sono rimasti in quella schifezza di posto e che nel giro di un paio di anni hanno ottenuto gradi coi quali potrebbero illudersi di essere "esperti di arti marziali" e magari aprire altri corsi di altrettante cazzate.

E magari, come me, volevano solo imparare a fare arti marziali, fidandosi di certi insegnamenti, ma non hanno avuto l' occasione di guardare fuori dallo stagno melmoso in cui sono caduti...

1 commento:

  1. Leggendo le tue esperienze (e so che non sono esagerazioni,anzi a volte succede anche di peggio) mi fai venire voglia di mandare a quel paese tutte le AM,tradizionali e non. Mi viene in mente un mio "amico",praticante di Shotokan,cintura blu,esperto di kata. Quando parla di 'difesa personale' lo fa ghignando,come se per lui fosse la parte più infima,un gradino più in basso del tirapugni alle fiere di paese. Inutile dire che per lui le ragazze 'non sono proprio capaci' e che ovviamente vanta una serie di kumite rigorosamente a no-contact.

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